Questo farmaco aumenta il rischio di ictus: in Italia lo prende inutilmente una persona su 2
Gli inibitori di pompa protonica come il lansoprazolo, sono farmaci usati per il trattamento di acidità di stomaco e reflusso gastroesofageo, che aumentano il rischio di incorrere in un ictus ischemico.
Ad affermarlo è uno studio scientifico danese svolto dalla Danish Heart Foundation a Copenhagen in Danimarca. I ricercatori hanno osservato gli effetti collaterali di questi farmaci antireflusso analizzando le informazioni di quasi 250mila pazienti nel corso di quasi sei anni.
“GLI INIBITORI DI POMPA PROTONICA SONO STATI ASSOCIATI AD EFFETTI NEGATIVI SULLE FUNZIONI VASCOLARI”, HA DICHIARATO THOMAS SEHESTED, MD, AUTORE PRINCIPALE DELLO STUDIO E RICERCATORE PRESSO LA DANISH HEART FOUNDATION DI COPENHAGEN. “VOLEVAMO ORA VERIFICARE SE GLI INIBITORI DI POMPA PROTONICA RAPPRESENTASSERO ANCHE UN RISCHIO DI ICTUS ISCHEMICO, SOPRATTUTTO IN CONSIDERAZIONE DEL LORO CRESCENTE UTILIZZO NELLA POPOLAZIONE GENERALE”.
Effetti collaterali dei farmaci antireflusso
Infatti questi farmaci antireflusso sono già noti per i loro effetti potenzialmente negativi sulle funzioni vascolari come
- Infarto
- Insufficienza renale
- Demenza
Sono stati associati anche a:
- Carenza di magnesio
- Perdita di massa ossea
- Frattura dell’anca
- Infezioni
- Cancro allo stomaco
- Carenza vitamina B12
- Sintomi psichiatrici come depressione, ansia, confusione mentale
Ed ora a:
- Ictus ischemico
L’ictus ischemico, il tipo più comune di ictus, è causato da coaguli che bloccano il flusso di sangue verso o nel cervello.
Lo studio danese sui farmaci antireflusso
I ricercatori hanno analizzato i dati di 244.679 pazienti danesi, di età media 57 anni, che avevano avuto un’endoscopia, una procedura utilizzata per identificare le cause del mal di stomaco e dell’indigestione.
Durante quasi sei anni di follow-up, 9.489 pazienti hanno avuto un ictus ischemico per la prima volta nella loro vita. I ricercatori hanno determinato se l’ictus si è verificato mentre i pazienti utilizzavano uno dei quattro diversi tipi di farmaci per il bruciore di stomaco: omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo ed esomeprazolo.
Il rischio di ictus è, IN MEDIA, del 21% più alto fra i pazienti che assumevano inibitori di pompa protonica.
Questa percentuale varia in base al dosaggio:
- A dosaggio minimo, non sono state registrate variazioni significative
- A dosaggio massimo, il rischio varia dal 30% in più per il lansoprazolo fino al 94% del pantoprazolo
Gli H2 bloccanti, un’altra famiglia di farmaci usati contro l’acidità di stomaco, non sembrano invece mostrare rischi di questo tipo, ma gli autori della ricerca spingono alla prudenza: si tratta di uno studio osservazionale, non in grado di stabilire relazioni causali, di conseguenza non è possibile affermare che gli H2 bloccanti siano meglio degli inibitori di pompa protonica in assoluto.
Attenzione agli effetti collaterali dei farmaci antireflusso
I ricercatori invitano più che altro alla prudenza nell’utilizzo indiscriminato di questi farmaci: «Un tempo si credeva che gli inibitori di pompa protonica fossero sicuri e privi di grossi effetti collaterali» spiegano. «questo studio mette in discussione il profilo di sicurezza cardiovascolare di questi farmaci».
Per i medici che li prescrivono, la raccomandazione è di verificare attentamente se il loro utilizzo è giustificato, e per quanto tempo: «Sappiamo già da studi precedenti che molte persone, soprattutto i più anziani, assumono gli inibitori di pompa protonica per periodi molto più lunghi di quanto prescritto».
Conclusione
I medici dovrebbero consigliare i farmaci antireflusso nella fase acuta della malattia, ma una volta passata bisogna pensare a guarire e l’unico modo per farlo è appunto una sana alimentazione e tante alternative naturali come la betaina cloridrato. Ci sono anche dei casi estremi in cui la chirurgia rappresenta l’unica alternativa. Gli inibitori di pompa protonica a lungo termine danneggiano il cuore e rovinano la salute in particolare con ipomagnesiemia. l farmaci dovrebbe essere assunti per un periodo circoscritto su raccomandazioni del proprio medico curante.