Il sindaco che smonta il reddito di cittadinanza: “Qui lo avrà chi evade”
Crotone, costa est della Calabria. La città fino ad ora conosciuta come quella di Pitagora, culla della Magna Grecia, rischia di diventare una piccola enclave in cui l’economia sarà per buona parte sorretta dal reddito di cittadinanza.
19.500 famiglie rientrano nei requisiti Isee (meno di 9mila euro l’anno) utili a percepire il ministipendio grillino. Una su quattro. Pari al 27,9% del totale. Il tutto calato in un centro che conta poco più di 64mila abitanti. Scorrendo la classifica stilata da un’analisi del Sole 24 Ore, seguono Napoli e Palermo.
La misura assistenzialistica, in queste realtà, diventerebbe di massa. Con un’ombra ad aleggiare minacciosa: il lavoro nero. Una problematica che inquinerebbe ancora di più le acque di un provvedimento divisivo e ancora, per certi versi, oscuro, soprattutto nei meccanismi concreti della sua applicazione. Tutta ancora da decidere, attraverso un ddl collegato alla legge di bilancio allo studio del governo gialloverde.
Ad evocare lo spettro di un futuro fatto di uno stipendio metà in nero e metà a carico dello Stato con il reddito di cittadinanza non è l’ultimo arrivato. Ma il primo cittadino del comune pitagorico. Ugo Pugliese, agente assicuratore di 57 anni, grande appassionato di mare e sport acquatici, è stato eletto a giugno 2016 con una lista civica di ispirazione centrista ed è anche presidente della Provincia. Pugliese risponde al Giornale alla fine del consiglio provinciale convocato nel pomeriggio di ieri: «Già è difficile amministrare un comune come il nostro – dice – figurarsi amministrare anche la Provincia, è tutto raddoppiato». Poi individua il vulnus: «Che nella mia città ci siano 19mila famiglie sotto i 9mila euro annui di reddito non ci credo nemmeno se le vedo una ad una, è chiaro che c’è un problema di lavoro nero». Problema che rischia di aumentare, una volta messa a punto la misura voluta da Luigi Di Maio: «Certo, corriamo il pericolo che il sommerso aumenti perché la gente che già percepisce uno stipendio in nero al quale si va a sommare il reddito di cittadinanza non cercherà mai un impiego vero». Quindi la critica: «È inutile che mi dicano che il reddito lo tolgono al terzo lavoro rifiutato, qua la gente non cercherà nemmeno il primo».
Il sindaco parla di come vorrebbe che il governo risolvesse i problemi di quella che potrebbe diventare la città simbolo dell’assistenzialismo: «Crotone fino agli anni ’90 era chiamata la Milano del Sud perché era una città a vocazione industriale, poi hanno chiuso le fabbriche e la gente ha campato con i soldi degli ex operai pensionati, operai che ora, per cause di forza maggiore, stanno morendo – spiega il sindaco Pugliese -. Vorrei che si puntasse sugli investimenti per riconvertire la nostra economia, da industriale a turistica, perché ne abbiamo tutte le caratteristiche, io vorrei che si investisse, ad esempio, in infrastrutture in un territorio che è scollegato dal resto d’Italia, non dare soldi a pioggia».
Infine corregge parzialmente il tiro: «Quando dico che non credo alle 19mila famiglie senza un lavoro non voglio dire che non percepisco le difficoltà che si vivono nella mia città, si figuri, io sto cercando di amministrarla come si guida un’azienda. Dobbiamo pensare al domani, non regalare denaro». E la chiosa. Sindaco, ma se ci sarà il reddito di cittadinanza lei come si opporrà? «Continuerò a comunicare a tutti i livelli che l’assistenzialismo non serve».
il giornale.it