Pedaggi autostradali, in arrivo una stangata: aumenti superiori al 2%, ecco quando scatteranno e perché
In arrivo una vera e propria stangata sul fronte pedaggi autostradali. Il nuovo anno, per gli italiani, non porterà infatti gradite sorprese per chi ama (o è costretto causa lavoro) spostarsi spesso in auto lungo lo Stivale: come spiegato dal Fatto Quotidiano, il decreto Milleproroghe approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri consentirà alle concessionarie autostradali “di aumentare le tariffe per il 2024 del 2,3%, pari all’inflazione prevista dalla Nota di aggiornamento al Def”. Nel comunicato dell’esecutivo si legge che il rincaro arriverà “nelle more degli aggiornamenti convenzionali”, ovvero in attesa che le società presentino le loro proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF) predisposti in conformità alle delibere dell’Autorità di regolazione dei trasporti.
Il termine ultimo per depositarle è stato rinviato al 30 marzo 2024 e il termine per il perfezionamento dell’aggiornamento dei piani economici finanziari dei concessionari autostradali è slittato al 31 dicembre del prossimo anno. Nel frattempo, però, le brutte notizie: gli automobilisti pagheranno il 2,3% in più. “Gli adeguamenti rispetto a tali incrementi tariffari, in difetto o in eccesso, sono definiti con l’aggiornamento dei PEF” si legge nel comunicato. In futuro potrebbe dunque profilarsi una ulteriore stangata, dopo che giù quest’anno i pedaggi sono saliti del 2%.
“Siamo contrari a questa scelta del governo di ripetere il solito rito di aumenti ai caselli autostradali apparentemente finalizzati a finanziare i lavori sulla rete, che in realtà contribuiscono ai profitti delle società autostradali come confermano i bilanci degli ultimi 2 anni (solo Aspi oltre 1 miliardo nel 2022, 800 milioni nei primi nove mesi del 2023)” ha commentato Assoutenti. (Continua a leggere dopo la foto)
“Sia rispettata la delibera dell’Autorità regolatoria dei trasporti – è stato il commento del presidente onorario Assoutenti Furio Truzzi – Chiediamo al Parlamento di votare contro e di riportare la logica degli aumenti tariffari in una visibile e concreta maggiore erogazione di servizi e di sicurezza a giustificazione dei maggiori costi sostenuti dagli utenti”.