Omicidio Saman, arrivata la sentenza per i genitori, gli zii e i cugini
“Volevo dire tutta la verità, sono state dette tante parole false. Non è vero che sono una persona ricca, che sono legato alla mafia, che ho ammazzato qui o in Pakistan. Né che sono andato a casa di Saqib a minacciarlo”. Inizia così la lunga dichiarazione spontanea resa da Shabbar Abbas nell’aula della Corte di Assise di Reggio Emilia. Il padre di Saman, uccisa a 18 anni la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, ha parlato nel giorno della sentenza del processo per l’omicidio di sua figlia.
“È falso quello che dicono – ribadisce – che ho ammazzato mia figlia e sono scappato via, che il 29 aprile ho scavato la buca, che ho portato lo zaino a casa, dopo averla lasciata in campagna. Io sono venuto con la mia famiglia in Italia a luglio 2016, i bambini dopo 1 o 2 mesi hanno cominciato ad andare a scuola. Saman ci andava col fratello, li portavo io. Qualche volta andavano soli, lei però non voleva prendere il treno e mi ha chiesto di comprarle una macchina, ma senza patente le ho risposto che non poteva e lei ha detto che non voleva andare a scuola. A casa avevamo un computer che lei usava, parlava su Skype, diceva che studiava”.
Saman Abbas, arrivata la sentenza: genitori condannati all’ergastolo, lo zio a 14 anni. Cugini assolti
Nel pomeriggio del 19 dicembre è arrivata la sentenza. Ergastolo per il padre Shabbar e la moglie. È quanto stato deciso oggi dai giudici della Corte di Assise di Reggio Emilia. La giovane è stata uccisa a 18 anni la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. I giudici hanno inflitto inoltre 14 anni allo zio Danish Hasnain, e hanno assolto i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, per i quali è stata ordinata l’immediata scarcerazione.
Tutti gli imputati, eccetto la madre, erano presenti in aula alla lettura della sentenza. Nata il 18 dicembre 2002 nel villaggio di Mandi Bahauddin, Saman Abbas è stata uccisa a 18 anni, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021, a Novellara, nella bassa di Reggio Emilia dove la famiglia si era trasferita per coltivare la frutta.
Tutto è partito dal rifiuto da parte del padre e della madre di accettare la relazione con l’allora ragazzo Saqib Ayub. Per lei infatti era già stato combinato il matrimonio con un cugino di 10 anni più grande.