ALBERTO SCAGNI, IL RAGAZZO CHE TOLSE LA VITA ALLA SORELLA: LA BRUTTA NOTIZIA POCO FA

Nel mondo come si sa accadono ogni giorni dei fatti più o meno importanti. Spesso non ci si aspetta che alcuni gravi episodi possano avvenire anche vicino casa nostra e quando accade qualcosa del genere la gente va in apprensione.

Nessuno vorrebbe mai che un fatto grave si verificasse proprio nella comunità in cui vive. Come si sa su ogni caso che accade e che merita approfondimenti sono pronte ad intervenire le forze dell’ordine, che cercano di capire le varie situazioni che si vengono a creare.

Nel nostro Paese ci sono tantissimi fatti di cronaca che fanno parlare di sé anche a distanza di anni dai loro accadimenti. Spesso le indagini su alcuni dei più importanti episodi vanno avanti per diverso tempo, anche per stabilire eventuali terze responsabilità da parte di altre persone.

Fortunatamente non accadono sempre dei fatti gravi per cui preoccuparsi, alcune volte importanti fatti riguardano ad esempio le personalità famose. In questi giorni poi il nostro Paese è davvero sgomento per alcuni gravissimi episodi che sono capitati e di cui la gente ancora non si capacita.

La cronaca nera nazionale in questi ultimi giorni di novembre è davvero pienissima di episodi gravi sui quali le autorità stanno ancora indagando, stiamo parlando appunto dei femminicidi, una questione mai sopita ma che ultimamente sta vedendo sempre più casi del genere accadere.

Alberto Scagni è l’uomo che nel 2022 a Genova tolse la vita alla sorella Alice. Anche quel caso fece molto scalpore all’interno della pubblica opinione e gli inquirenti non ebbero dubbi su chi fosse il colpevole del delitto, ovvero proprio Alberto.

Alberto si trova recluso presso il penitenziario di Sanremo nella sezione detenuti protetti. Ma in queste ore è arrivata una notizia che nessuno si sarebbe mai aspettato, in quanto pare che Scagli sia stato aggredito nella casa circondariale dagli altri detenuti.

Si è trattato di colpi davvero molto violenti nei confronti del detenuto Scagni. Secondo quanto denunciato dai sindacati della polizia penitenziaria Sappe e Uilpa, Scagni è stato sequestrato letteralmente dagli altri detenuti che su di lui avrebbero infierito con una furia cieca.

L’uomo era in una cella del Padiglione Z insieme ad un altro detenuto italiano, che è stato tenuto sotto minaccia e chiuso in bagno. Al momento non si sa per quale motivo sia maturata questa aggressione nei confronti di Alberto Scagni, che adesso verserebbe in condizioni davvero molto serie.

Da quanto si apprende sempre dalle parole dei sindacati pare che i detenuti avrebbero voluto togliere la vita ad Alberto. Il magistrato di turno presso la Procura della Repubblica ha ordinato alla polizia penitenziaria in servizio nella casa circondariale di usare la forza e solo così Scagni è stato salvato.

Protagonisti dell’episodio sarebbero stati alcuni detenuti maghrebini. “La situazione interna all’istituto penitenziario, con oltre 290 detenuti presenti, è diventata invivibile” – questa la denuncia di Vincenzo Tristaino, segretario regionale Sappe per la Liguria. Non è infatti il primo episodio del genere che avviene nei penitenziari italiani.

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