Silvio Berlusconi, la data del suicidio perfetto di Forza Italia: in piazza contro Matteo Salvini
Forza Italia scende in piazza contro il governo. Due volte. Questo sabato e anche il prossimo. A Torino. È sfida aperta a chi, come i Cinquestelle, vuole bloccare la Tav.
E anche alla Lega, che sulla carta è alleata degli azzurri. Ma è pure partner di una maggioranza di governo che, attraverso il suo ministro delle Infrastrutture, ha espresso l’ intenzione di tornare indietro sulle opere “non necessarie”. E la Torino-Lione, secondo i grillini, non lo è.
Piazza, dunque. Silvio Berlusconi, incontrando i coordinatori regionali alcune settimane fa, lo aveva anticipato. I forzisti non faranno sconti al governo, anche a dispetto degli “amici” leghisti. Il Cavaliere ha chiamato alla mobilitazione i suoi soprattutto sulla manovra economica («Un vero disastro») e su tutte quelle decisioni dell’ esecutivo che siano palesemente in contrasto con il programma di centrodestra, che porta pure la firma di Matteo Salvini.
Alla manifestazione di sabato organizzata dalla società civile pro Tav, Forza Italia ci sarà. Lo annuncia Mariastella Gelmini: «Aderiamo con i nostri parlamentari». Nel contempo, aggiunge la capogruppo di Fi alla Camera, «promuoveremo il 17 novembre alle 11, sempre a Torino, una nostra manifestazione a favore dell’ alta velocità Torino-Lione».
Forza Italia dice un «sì forte e convinto alla Tav e a tutte le infrastrutture. Non si può condannare l’ Italia alla decrescita, che di felice ha davvero ben poco. Vogliamo un’ Italia collegata con l’ Europa, vogliamo un’ Italia che dica sì alle grandi opere».
L’ organizzazione della piazza azzurra è affidata ai parlamentari piemontesi. «Il no alla Tav è una follia. Significa privare il nostro Paese e soprattutto il Piemonte di un ruolo centrale dal punto di vista logistico.
Dire sì alla Tav significa creare lavoro, ricchezza, sviluppo. Proprio per questo Forza Italia ha deciso di aderire alla grande manifestazione di Torino del 10 novembre promossa dalla società civile e delle categorie produttive», lo conferma Paolo Zangrillo, deputato azzurro e coordinatore azzurro in Piemonte.
CON TAJANI
L’ appuntamento è duplice. Si tornerà in piazza anche dopo sette giorni: «Organizzeremo una grande manifestazione nel capoluogo piemontese, alla quale parteciperà anche il presidente del Parlamento europeo e vice presidente di Forza Italia, Antonio Tajani, per sostenere le ragioni della necessità di procedere con la Tav e le altre infrastrutture indispensabili per il nostro territorio», conclude.
Intanto il comitato “Sì, Torino va avanti”, che ha indetto la manifestazione di dopodomani, lancia il suo manifesto programmatico. Sette punti come sette sono le donne che hanno promosso il Comitato e che chiedono ai cittadini di scendere in piazza numerosi per chiedere opportunità di progresso e di sviluppo per la città e per il Piemonte. «Non solo però un progresso economico, ma anche sociale, culturale e civile», si legge in una nota. «Sì alle piccole, medie e grandi imprese, galassia di realtà creative, operose, capaci di fare e di esportare». A tutti questi sì si affiancano quelli per promuovere la cultura, il turismo, la ricerca e l’ innovazione: «Sì per una Torino che sia sempre città dello studio e modello di iniziative solidali e filantropiche, Sì per una città sicura ed efficiente». Alla piazza della società civile aderisce anche Forza Nuova: «Saremo presenti con i nostri militanti», annunciano.
I COSTI
La polemica non è solo sulla opportunità di portare a termine la rete ferroviaria.
Ma anche sul costo della rinuncia. Nel caso in cui il governo decidesse di abbandonare il progetto della Tav tra Torino e Lione, l’ Italia sarebbe costretta a rimborsare all’ Unione Europea circa 500 milioni già percepiti dal bilancio comunitario e perderebbe circa 700 milioni ancora disponibili per il periodo di bilancio 2014-2020. Lo riferisce l’ Agenzia Italia. Per il periodo di bilancio 2007-2013, l’ Ue ha effettuato esborsi pari a 370 milioni di euro per la Tav, a cui si aggiungono 120 milioni già pagati per il 2014-2020. Questi finanziamenti dovrebbero essere restituiti dall’ Italia.