“Giorgia Meloni? Inaccettabile”. Fabio Fazio, attacco frontale alla presidente del consiglio
Fabio Fazio parla dell’addio alla Rai e del suo stipendio. Ha fatto tanto rumore l’addio del popolare conduttore alla televisione pubblica. Stiamo parlando di uno dei pezzi da 90 della Rai e per giunta le modalità del divorzio non sono state per nulla pacifiche né amichevoli. Si è alzato un vero polverone quando diversi colleghi sono intervenuti chi difendendo Fazio chi accusandolo di aver fatto la vittima.
Ma il fatto è che Fabio Fazio non è stato licenziato, semplicemente ha trovato un accordo più vantaggioso con un’altra rete. Tanto è vero che da domenica 15 ottobre il conduttore torna al fianco di Luciana Littizzetto con il suo “Che Tempo Che Fa” ma stavolta sul 9, il canale di Discovery. Intervistato dal Corriere della Sera Fazio è intervenuto su diverse questioni, non solo il suo addio alla Rai e il suo stipendio, ma ha anche detto la sua su Giorgia Meloni, Matteo Salvini e il governo.
Fabio Fazio spiega perché ha lasciato la Rai e spara su Meloni e Salvini
“Perché ho lasciato la Rai? È come se uno ti dicesse che non ti rinnova l’affitto di casa: o dormi per strada; o vai a cercare un’altra casa” dice Fabio Fazio al Corsera. Poi prosegue: “Non me ne sono andato di nascosto. Ho avuto un’offerta importante ed entusiasmante da Warner Bros Discovery, un gruppo che mi cercava da sei anni. A marzo l’ad mi disse che non sarebbe rimasto e non poteva rinnovare il contratto. A quel punto cominciò la trattativa con Discovery”.
“Non sono scappato di nascosto col favore dell’oscurità – le parole di Fabio Fazio – Semplicemente non si è fatto vivo nessuno e dunque ho capito che la storia finiva lì. A quel punto sono andato felicemente verso quella che considero una seconda vita. Penso sia la cosa giusta. È bello sentirsi voluti. Sono molto contento, e sono enormemente grato a Discovery con cui ho inizio una nuova avventura entusiasmante. Non dirò mai nulla contro la Rai, dopo tanto tempo passato non a mangiare nel piatto ma a cucinare quel piatto. È chiaro che questo lavoro si fa se si è voluti, e se si è utili”.
Quando Matteo Salvini l’ha salutato con “belli ciao! ha firmato l’uscita. Se fossi organico al Pd o a chiunque altro sicuramente sarei ancora in Rai. Non ho mai avuto nessun tipo di aiuto, e non mi sognerei di chiederlo. Perché se chiedi aiuto hai finito di fare il tuo lavoro. La libertà è una sorta di solitudine. Non c’è una sola affermazione in cui faccio il martire. Ho detto che vado in un’azienda in cui mi sento benvoluto, a fare un lavoro ben pagato. Quanto? L’aspetto meraviglioso di lavorare nel privato è poter rispondere a questa domanda: fatti miei“.
Infine su Giorgia Meloni: “In Rai, ma onestamente più in generale nel Paese, si ha l’impressione che si sia abdicato all’idea di pubblico, trasformandolo in governativo. È come se, quando cambia il sindaco, cambiasse il tragitto dell’autobus. Su Meloni? Ha fatto quello che pensavo facesse. Non potendo fare granché, sta dedicando molta attenzione a battaglie identitarie, nessuna delle quali mi sembra accettabile”. Su Schlein: “Ci sta provando, in una situazione complicata”. “Salvini mi ha colpito quando ha detto che i migranti arrivano con il telefonino e le scarpe. Le scarpe sono una cosa che definisce la nostra umanità. L’ho trovata una frase di una violenza definitiva, senza ritorno”.