Uccide la madre con una padella e un coltello. La donna aveva fatto una scoperta choc sulla figlia
Ha ucciso sua madre picchiandola con una padella di ferro e pugnalandola una trentina di volte, perché aveva scoperto il suo segreto. La giovane si è dichiarata non colpevole spiegando di aver agito per un raptus di follia. Durante il processo gli avvocati della difesa hanno sostenuto che la donna soffriva di un crollo psicotico al momento dell’aggressione e quindi non poteva essere ritenuta responsabile dell’omicidio.
La psicologa assunta dalla procura ha detto che la ragazza soffre di problemi di salute mentale, inclusi tratti borderline della personalità, simulazione e disturbi d’ansia. Una storia che risale al 2019 e che torna sui giornali oggi dopo il processo e la condanna per omicidio.
Cacciata dall’università, 23enne uccide la madre che scopre le assenze dalla scuola
Steven Powell, padre di Sydney e marito di Brenda e la nonna materna Betsy Brown avevano esortato i pubblici ministeri a raggiungere una risoluzione senza processo ma l’accusa ha deciso di procedere e ha processato la 23enne. Sydney Powell di Akron è stata giudicata colpevole di omicidio, aggressione criminale e manomissione di prove per la brutale morte della madre.
Brenda Powell, 50 anni, secondo l’ufficio del procuratore della contea di Summit, era una operatrice sanitaria ed è stata uccisa dalla figlia dopo aver scoperto che la giovane era stata espulsa dall’università per le numerose assenze. I pubblici ministeri hanno sostenuto che Sydney sapeva cosa stava facendo anche perché durante il terribile omicidio ha anche avuto la lucidità di ”cambiare le armi che stava usando per colpire la madre”.
“Sydney ha smesso di attaccare con la padella, poi è andata in cucina con un coltello. Ha dovuto cambiare arma e continuare l’attacco”, ha detto il procuratore aggiunto Brian Stano secondo il quotidiano Akron Beacon Journal. “Solo il coltello nel collo più volte? Questo è intenzionale. Questo è cercare di porre fine a qualcuno”, ha detto ancora il procuratore durante l’udienza.