L’Italia vince la “guerra del riso”. L’Ue ci dà ragione: arrivano i dazi
Esulta Gian Marco Centinaio, ministro dell’agricoltura e fedelissimo di Salvini. La Commissione europea ha infatti appena riconosciuto i danni che il riso di importazione straniera sta facendo all’economia italiana e ai produttori nostrani.
In fondo il leader del Carroccio era stato chiaro nel lanciare la crociata leghista contro il riso asiatico: “Non faremo più gli zerbini – disse – Dopo le navi delle Ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano“.
La Commissione Ue, infatti, su richiesta del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero delle Politiche Agricole, aveva avviato lo scorso 16 febbraio. Le conclusioni, si legge nella nota, “propongono l’applicazione di una clausola di salvaguardia a tutela dei risicoltori e delle industrie italiane ed europee, che prevede la reintroduzione di dazi sulle importazioni dalla Cambogia e Myanmar per un periodo di tre anni. Attualmente le importazioni sono a dazio zero trattandosi di due Paesi meno avanzati. La Commissione propone di applicare sulle importazioni di riso ‘indica’ il dazio della normale tariffa doganale, pari a 175 euro/ton, per il primo anno e in misura ridotta per il secondo (150 euro/ton) e terzo anno (125 euro/ton)“.
La vicenda non è ancora del tutto risolta. La Commissione Ue infatti porterà la sua proposta agli Stati membri solo a dicembre, quando a Bruxelles è previsto il Comitato del Sistema delle Preferenze Generalizzate. Se verrà approvata dalla maggioranza, allora la clausola di salvaguardia potrebbe diventare operativa già nei primi mesi del 2019. “È un risultato importante che riconosce al nostro Paese il danno economico causato dalle importazioni a dazio zero da Cambogia e Birmania e anche il grande lavoro che stiamo portando avanti a sostegno di un settore che per troppo tempo è stato penalizzato – esulta Centinaio – Abbiamo perso oltre il 50% della superficie investita per la coltivazione. Non possiamo più permettercelo. Adesso basta. Siamo in campo per tutelare i nostri risicoltori che sono controllati e lavorano con tante regole per avere prodotti di altissima qualità. Non ci fermiamo“.
Intanto il ministro leghista sta procedendo anche da un altro punto di vista. Ovvero con “controlli serrati nei confronti delle navi di riso asiatico che arrivano in Italia“: “Blocchiamo e rispediamo indietro chi non rispetta i nostri standard sanitari e di sicurezza“, conclude Centinaio.
In fondo era stata anche la Coldiretti a lanciare l’allarme sui danni provocati dall’invasione di riso asiatico. “Le importazioni europee di riso dalla Birmania – ha spiegato l’associazione – sono infatti aumentate del 66%, tra settembre 2017 e luglio 2018, le importazioni europee di riso dalla Birmania. La crisi è drammatica e mette a rischio il primato nazionale in Europa dove l’Italia è il primo produttore di riso con 1,50 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 234.300 ettari, che copre circa il 50 % dell’intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica“.
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