Salvini straccia i richiami Ue e chiede subito 40 miliardi
Il tempo (atmosferico) è così brutto che non c’è tempo (cronologico) per avere soggezione dell’Unione Europea.
Matteo Salvini in visita nel Cadore piegato dal maltempo fa spallucce alle minacce della Commissione europea. «Qui c’è da far altro – dice – Un calcolo a spanne dice che per mettere in sicurezza il territorio servono 40 miliardi di euro, mi impegno a trovare i soldi, sperando che non ci arrivino letterine di richiamo». E il riferimento è alla formalizzazione da parte della Commissione Europea di una procedura di infrazione per le scelte di politica economia proposte con la legge di bilancio. «Per quel che mi riguarda – dice il leader del Carroccio – la letterina dell’Europa finisce in archivio». E il messaggio è rivolto all’impegno che questa mattina attende il ministro dell’Economia Giovanni Tria. La riunione dell’Eurogruppo è infatti il primo banco di prova. Sarà nel corso di questa riunione che i ministri delle Finanze dovranno discutere per la prima volta della decisione della Commissione di rigettare il Documento programmatico di bilancio adottato dal governo italiano.
È annuncio di ieri, intanto, che a metà settimana si terrà un Consiglio dei ministri per deliberare lo stato di emergenza per le zone colpite dal maltempo. E questo, come assicurano da Palazzo Chigi, per disporre con tempestività lo stanziamento delle prime risorse e adottare gli interventi necessari a superare l’emergenza. «È da settimane che la nostra Penisola è martoriata da eventi meteorologici violenti – scrive il premier Conte, sulla sua pagina Facebook -: prima la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, poi il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano, nonché la Liguria e il basso Lazio». «Dobbiamo ringraziare il pronto intervento del servizio di protezione civile e l’intera macchina dei soccorsi – spiega il premier – per avere soccorso la popolazione e avere garantito interventi di ripristino delle infrastrutture danneggiate per consentire la ripresa, quanto più rapida, delle normali condizioni di vita»,
Il ministro per i Rapporti col Parlamento, Riccardo Fraccaro, offre anche delle anticipazioni sullo stesso Cdm. «Si parlerà senz’altro – dice – di sospendere gli obblighi fiscali e procedere agli indennizzi per consentire a cittadini e imprese di ripartire. Abbiamo già stanziato un miliardo di euro per gli interventi di messa in sicurezza del territorio e con la legge di bilancio sono stati sbloccati oltre 4 miliardi di euro per le Regioni da investire sul dissesto idrogeologico».
Tra le file dell’opposizione c’è chi però punta il dito contro una miope gestione del territorio. «Non possiamo più considerare il maltempo un’emergenza – tuona Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio -. Va quindi sospeso il patto di stabilità per i Comuni virtuosi che vogliono immediatamente far partire la ricostruzione. E vanno sospesi anche le incombenze fiscali. Ma chiediamo pure una nuova politica di prevenzione e di tutela». Mentre Federico Fornaro (LeU) chiede al governo di riferire subito in Parlamento. «L’Italia ha uno dei migliori sistemi di protezione civile – dice il capogruppo alla Camera – ed è indispensabile comprendere, con spirito costruttivo e lontani da ogni intento di speculazione politica, che cosa non abbia funzionato nel sistema di allertamento».