Il Pakistan cede all’islam. Ora Asia Bibi resta in carcere
Resta ancora appesa a un filo la sorte di Asia Bibi. Dopo il deposito del ricorso contro la sua assoluzione, il governo pakistano ha di fatto siglato un accordo con i religiosi estremisti che chiedono che venga uccisa.
La donna, cristiana perseguitata e condannata a morte nel 2010, sarebbe dovuta uscire dal carcere a breve. Ma adesso il ricorso e la mossa del governo hanno di fatto rafferddato l’ipotesi di una liberazione imminente.
L’intesa tra gli estremisti e il governo prevede l’impegno dell’esecutivo a vietare l’espatrio ad Asia Bibi e soprattutto apre le porte ad una revisione della sentenza di proscioglimento. La richiesta di revisione è stata depositata giovedì a Lahore, ha dichiarato l’avvocato Chaudhry Ghulam Mustafa. “Temiamo che Asia Bibi sia portata all’estero e abbiamo chiesto al tribunale che il suo caso sia affrontato in fretta”, ha detto. “Ci batteremo e useremo ogni risorsa legale per garantire che sia impiccata, come prevede la legge”, ha aggiunto. Insomma adesso è giallo sulla sorte di questa donna finita in un vero e proprio incubo solo per motivi religiosi. Intanto l’avvocato che difende Asia Bibi, Saif Ul Malook ha lasciato il Pakistan e ha fatto scalo a Roma per poi ripartire per Amsterdam dove è stato invitato da una ong: “Con l’assoluzione di Asia Bibi in Pakistan ho firmato la mia condanna a morte, nel mio Paese sono diventato un bersaglio facile, sono stato costretto a partire ma non ho nessun rimpianto per quel che ho fatto. Non è facile lasciare moglie e figli per aver salva la vita”, ha affermato. Nel mirino degli estremisti ora c’è anche lui…
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