Diciotti, “toghe rosse” rosicano: “Dovevano decidere le Camere”

La richiesta di archiviazione per Matteo Salvini che è finito sotto inchiesta per il caso della nave Diciotti con l’accusa di sequestro di persona di fatto agita e non poco le toghe progressiste.

Nel mirino delle “toghe rosse” è finito il pm di Catania, Carmelo Zuccaro. Di fatto è stato proprio il pm anti-ong a chiedere l’archiviazione del procedimento. Ma a quanto pare, secondo quanto riporta Repubblica, da alcuni ambienti della magistratura arrivano critiche fortissime che sono finite nella chat “Nuova Area”: “«petta solo al Parlamento stabilire se la decisione politica è tale da giustificare il diniego all’indagine su un ministro”.

E ancora: “Salvini non dovrebbe già vendere la sua innocenza, perché quella di Catania, per ora, è solo una richiesta di archiviazione. Adesso toccherà ai giudici del tribunale dei ministri decidere se il reato di sequestro di persona sulla nave Diciotti c’è stato oppure no”. Sfoghi e parole che segnalano una certa agitazione in una parte della magistratura per il rischio che l’inchiesta di Patronaggio possa finire con un buco nell’acqua. Infine c’è chi “condanna” comunque Salvini. Come nel caso di Cristiana Ornano, segretaria di Area: “Indipendentemente dall’esito del procedimento penale, auspichiamo che pagine buie come quella della Diciotti non abbiano più a ripetersi”. Insomma una certa parte della magistratura non digerisce la richiesta di archiviazione. Salvini resta nel mirino delle toghe progressiste.

IL GIORNALE.IT

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