“Ecco cosa hanno fatto”. Kataleya, l’idea del giudice sui genitori della piccola scomparsa
Nuovo colpo di scena nel caso di Kata, la bimba scomparsa a Firenze. La vicenda sta tenendo da settimane col fiato sospeso tanti che si chiedono che fine abbia fatto la bambina di 5 anni di cui lo scorso 10 giugno si sono perse le tracce. La sparizione è avvenuta nello stabile occupato dove la piccola viveva con la famiglia, l’ex hotel Astor. Dopo tanti appelli, diverse segnalazioni, scoperte e ipotesi investigative arriva l’accusa del giudice.
Le indagini hanno portato all’arresto dello zio materno – implicato nel racket degli affitti – e i genitori di Kata, Miguel Angel Ramon Chicllo e Katherine Alvarez, sono finiti nuovamente sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. La novità è che sono state sequestrate le memorie dei telefonini del papà e della mamma di Kataleya. A quasi due mesi dalla scomparsa della bimba sembra che l’inchiesta stia battendo una pista più chiara.
Scomparsa di Kata, cosa hanno scoperto gli investigatori sui genitori
Come riportato dal Corriere della Sera, dopo la perquisizione voluta dai pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda nei confronti dei genitori di Kata, si è arrivati ad una conclusione. L’ipotesi più probabile è che la bambina sia stata rapita a causa dei conflitti legati al racket degli affitti delle stanze dell’ex hotel di via Maragliano. A quanto pare, per poter viver nei locali dello stabile abusivamente occupato, servivano 600/700 euro.
Nel provvedimento per la perquisizione si legge che la scomparsa è “maturata all’interno dei rapporti conflittuali che sono sfociati in aspre contese nell’ambito dell’occupazione abusiva dell’hotel Astor”. La storia è emersa lo scorso 28 maggio quando l’occupante di una stanza si è gettato dal balcone per sfuggire a un pestaggio. Solo per caso non c’è scappato il morto. Autore della ‘spedizione punitiva’ per cacciare l’uomo sarebbe stato secondo i pm lo zio di Kata, Abel Alvarez Vasquez, detto “Dominique”.
Ora l’attenzione è tutta puntata sui genitori di Kataleya. La mamma non ha mai fatto alcuna menzione di questo clima di pestaggi e minacce legati al racket degli affitti mentre il marito si trovava in carcere. Gli inquirenti parlano di “faide tra i parenti della famiglia Alvarez e gruppi di peruviani, ecuadoregni e romeni che occupavano l’hotel per il possesso e la gestione illecita delle stanze per le quali erano richieste”. Così sono stati sequestrati i cellulari del papà e della mamma di Kata. Il giudice accusa: “I genitori hanno nascosto informazioni importanti sul rapimento”.
Il dubbio è che che la mamma possa aver ricevuto mail, messaggi, insomma informazioni utili alla risoluzione del caso e che non abbia parlato. La soluzione del caso è forse vicina?