Per Salvini gli scortati italiani sono troppi: “Bisogna ridurle del 30%”

Sulle scorte bisognerà mettere un pochino di ordine“. L’ha annunciata così, Matteo Salvini, la volontà di ridurre gli uomini che proteggono l’incolumità di centinaia di personaggi pubblici in Italia.

Per il vicepresidente del Consiglio, infatti, sarebbero troppi 2.500 agenti che, invece, potrebbero “servire sul territorio“. L’ha detto ieri, durante la sua diretta Facebook dedicata all’apertura della busta arrivata dalla procura di Catania, con la richiesta di non procedere nei suoi confronti per il caso Diciotti.

La riduzione del 30%

Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il leader della Lega vorrebbe quindi alleggerire le scorte che proteggono politici ed esponenti pubblici italiani del 30% rispetto agli attuali 547 protetti. Che impiegherebbero, per Salvini, troppe risorse del Dipartimento di pubblica sicurezza: tra i 2.100 che seguono le persone sotto protezione, notte e giorno, se ne aggiungono più di 300 chiamati a custodire gli obiettivi fissi. “Non è il ministro che decide chi sì e chi no“, ha spiegato Salvini, “Non è una scelta politica, ci sono organismi scientifici e tecnici per farlo, ma il ministro può dare indicazioni, quindi andiamo a verificare uomo per uomo e donna per donna chi ha diritto alla protezione“.

Il caso Saviano

Tra gli scortati “a rischio” potrebbe esserci lo scrittore Roberto Saviano che, da anni, si occupa di camorra e di criminalità organizzata. La prima minaccia, da parte del clan dei Casalesi, l’autore napoletano, arrivò nel 2008. Saviano ha spesso messo in discussione l’operato del leader leghista che, a giugno, aveva annunciato di voler riconsiderare la sua protezione. “Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, perché mi pare che passi molto tempo all’estero“, aveva detto il ministro.

L’Italia tra i Paesi con più scortati

L’elenco dei quasi 600 scortati italiani si differenzia per livelli di intensità di pericolo. Oltre ai 74 politici, tra nazionali e locali, risultano 267 magistrati, 36 imprenditori, 33 dirigenti pubblici e 164 esponenti della società civile, tra cui diversi giornalisti. L’Italia è tra i Paesi con il numero più alto di persone sotto protezione: la Francia ne segue 165, la Germania 40 e la Gran Bretagna soltanto 20. Dopo l’assassinio di Marco Biagi, nel 2002, a Bologna, ucciso dalle Nuove Brigate Rosse, la valutazione dei casi è stata affidata all’Ufficio centrale interforze per la Pubblica sicurezza, un organismo che serve ad aiutare il ministro, massima autorità nazionale in materia, a operare la scelta giusta. Biagi, per esempio, aveva chiesto a lungo di essere protetto, ma la scorta non gli fu assegnata.

La proposta del ministro dell’Interno

Per il capo politico della Lega è fondamentale formalizzare meglio i criteri di decisione, fissando categorie di rischio rigide, attraverso le quali valutare le protezioni attualmente concesse, per tipologie di persone e di luoghi frequentati e soppesare se tutte corrispondano a una reale situazione di pericolo. Il progetto di Salvini sarà presentato il 9 novembre al comitato ordine pubblico e sicurezza. E, stando alle parole del responsabile del Viminale, sarebbe eliminata una scorta su tre.

IL GIORNALE.IT

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