Accuse “fumose” e pochi riscontri. Così Patronaggio rischia il flop

Un vero colpo duro per il pm Patronaggio. Dopo un’intera estate vissuta tra le cronache per aver messo sotto inchiesta il vicepremier Matteo Salvini per il caso Diociotti, adesso la toga della procura di Agrigento dovrà fare i conti con la richiesta di archiviazione da parte della procura di Catania.

Ed è lo stesso Matteo Salvini ad aprire la busta della procura etnea, in diretta Facebook, annunciando la svolta su questa vicenda: “Il procuratore di Catania Zuccaro chiede l’archiviazione per i fatti della nave Diciotti: Gioia, soddisfazione. Ma il procuratore di Agrigento perchè ha indagato? Quanto è costata l’inchiesta per un reato che non esisteva?”.

Parole chiare che di fatto smontano il teorema accusatorio di Patronaggio che dall’approdo della Diciotti nel porto siciliano ha messo nel mirino il ministro. L’accusa principale avanzata dal prcuratore di Agrigento è stata quella di sequestro di persona. Il primo colpo alle accuse di Patronaggio è arrivato dal Tribunale dei ministri di Palermo. “Nei primi giorni di intervento della nave Diciotti al largo di Lampedusa, per il salvataggio dei 190 migranti che si trovavano a bordo di un barcone proveniente dalla Libia, non sono emersi reati. Fu anzi difeso meritoriamente dalla Guardia costiera l’interesse nazionale”, ha fatto sapere qualche giorno fa il Tribunale dei ministri con un’analisi su quanto accaduto la scorsa estate.

Poi, dopo la relazione dei Tribunale dei ministri, gli atti dell’inchiesta da Palermo sono stati trasferiti a Catania. E anche qui è arrivato un nuovo colpo per Patronaggio. Infatti il pm Carmelo Zuccaro (uno dei primi a denunciare le strategie sospette delle ong nel Mediterraneo) ha chiesto l’archiviazione del procedimento contro il ministro. Una scelta che di fatto spegne quasi del tutto l’iter giudiziario che ha messo il titolare del Viminale sotto inchiesta.

Inoltre nelle scorse settimane più volte erano state sottolineate, anche da magistrati di peso come Carlo Nordio, le falle nella tesi del pm di Agrigento. L’assenza di ordini scritti e formali da parte del ministro alla Guardia Costiera e al comandante della Diciotti, secondo Nordio non è da sottovalutare: “In assenza di un documento ufficiale – aveva spiegato Nordio – è quasi impossibile ricostruire la decisione ministeriale, il suo contenuto e il suo iter formativo. Poi è difficile capire se il porto di Catania sia stato individuato come porto di solo transito, o come porto sicuro, o cosa altro”. Ma non finisce qui. Le accuse di Patronaggio facevano riferimento anche all’arresto illegale. Un reato per cui deve esserci il riscontro materiale dell’atto dell’arresto: cosa mai avvenuta a bordo della nave della Guardia Costiera. Ma andiamo avanti. Anche l’abuso d’ufficio è stato messo in discussione più volte. Lo stesso Nordio aveva bollato come “fumosa” e “vaga” l’accusa avanazata da Patronaggio. Infine il reato principale contestato a Salvini, il sequestro di persona, di fatto verrebbe meno per una circostanza ben precisa: il Ministro degli Interni può fare una valutazione discrezionale sull’autorizzazione allo sbarco per tutelare l’ordine pubblico. Il tutto esercitando le prerogative da ministro. E senza per questo “sequestrare” i migranti. Nordio ha definito questa accusa “paradossale”. E ora la prcura di Catania di fatto va verso questa direzione…

IL GIORNALE.IT

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