Carceri, linea dura del governo: “Sposteremo i detenuti violenti”
La parola d’ordine è “trasferimento immediato”. Tutti i detenuti che “con i loro comportamenti compromettono la sicurezza negli istituti” devono essere mandati in altre carceri.
Così, si legge su La Verità, il ministero della Giustizia ha risposto alle proteste dei sindacati del settore che, in questi mesi, hanno messo in guardia: il 2018 può essere ricordato come l’anno record per le aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria. Secondo i dati del Sappe, il sindacato autonomo della categoria, le aggressioni nel 2015 sono state 4.688, poi ben 6.552 nel 2016, e addirittura 7.446 l’anno scorso. Ora, già nei primi sei mesi di quest’anno si è arrivati alla cifra record di 3.545. Si stima che, a fine 2018, le aggressioni possano superare gli 8mila casi. Secondo Donato Capece, segretario generale del Sappe, gli agenti feriti in carcere dai detenuti crescono di anno in anno: nel 2015 erano stati 921, nel 2016 ben 949, mentre nel 2017 si è arrivati a 1.175. Nei primi sei mesi del 2018 se ne calcola già 571. Francesco Basentini, attuale capo del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), che ha stabilito la “linea dura” dei trasferimenti, fornisce dati diversi. Al 25 settembre di quest’anno, scrive Basentini, i poliziotti feriti da detenuti sono stati 485: “Ove si mantenesse il trend”, aggiunge il magistrato che è stato procuratore aggiunto di Potenza, “la proiezione tendenziale entro la fine dell’anno potrebbe aggirarsi a 640 episodi, in aumento rispetto ai 587 del 2017”. Indipendentemente dai numeri la situazione è incontrollabile e i trasferimenti sono diventate inevitabili. Si verificheranno in carceri dello stesso distretto ma “nei casi più gravi”, promette il capo del Dap, saranno mandati anche più lontano. Nella circolare uscito dal ministero della Giustizia si legge anche che “buona parte delle condotte aggressive viene consumata da detenuti con seri e gravi profili psicologici, meritevoli di cure e trattamenti terapeutici che sovente gli ambienti penitenziari non riescono a garantire”. Basentini attacca le Regioni che dovrebbero garantire “adeguati percorsi ai detenuti psichiatrici”. Gli agenti, intanto, chiedono maggior personale. Oggi ci sono 36.500 agenti penitenziari in totale, ma soltanto 17.000 lavorano nelle carceri dove, invece, i detenuti continuano ad aumentare: al 30 settembre erano già quasi 59.275, e superavano la capienza regolamentare di 9.000. Intanto il numero degli agenti è in calo da anni: prima della riforma della Pubblica amministrazione, voluta dal ministro Marianna Madia, il settore aveva poco più di 45mila uomini.