“Cosa hanno trovato nelle lacrime di sangue”. Madonna di Trevignano, i risultati choc sulle tracce ematiche della statua
Da quasi cinque anni, il volto della Madonna di Trevignano si sarebbe bagnato di lacrime di sangue il 3 di ogni mese, con folle di persone si radunano in preghiera sul luogo dove sorge la statua, alle porte del paese sul lago di Bracciano. Un fenomeno da prendere sul serio o frutto di suggestione? Non per i seguaci dell’autoproclamata veggente, all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla ma conosciuta come Gisella Cardia.
La donna era condannata a due anni di carcere per bancarotta, prima di trasferirsi a Trevignano, dove la sua abitazione è meta di pellegrinaggio. Dopo la notizia della Madonna di Trevignano per la donna è arrivata una grande notorietà televisiva. Gisella Cardia è stata invitata a diversi programmi sulle reti Mediaset me anche Rai, come La vita in diretta, per parlare della statua della Madonna.
Madonna di Trevignano, gli esami sul sangue delle lacrime
“Il mio sostegno è sempre stato per il rosario non per le apparizioni sulle quali nessuno mai si è pronunciato”, aveva sottolineato all’Adnkronos il vescovo emerito di Civita Castellana, mons. Romano Rossi, parlando della vicenda legata alla Madonna di Trevignano che lacrimerebbe ogni tre del mese. Il vescovo emerito ha sottolineato che il suo assenso in questi anni, era puramente legato “alla recita del rosario, non alle presunte lacrime”.
Questa mattina l’inviato di “Mattino Cinque News” Paolo Capresi ha dato qualche aggiornamento sulle analisi ematiche condotte dagli inquirenti. Che per “consistenza, colore e densità” sarebbero compatibili col sangue di maiale, si legge su Repubblica. Sul caso è intervenuto anche don Patrizio Coppola: “Il vescovo sapeva e doveva rispondere alle domande, noi dobbiamo essere la Chiesa della verità non possiamo vivere di sole incertezze”.
“Perché dal punto di vista amministrativo non è stato fermato questo abuso sul campo?”, ha domandato quindi Safiria Leccese, giornalista Mediaset parlando della lacrime della Madonna di Trevignano. “La Chiesa dovrebbe fermare Gisella. Se confermata, questa truffa ha fatto leva sul bisogno di spiritualità delle persone e quindi si configurerà come un grave plagio”. Al momento la sedicente veggente Gisella si è trasferita nel vicino convento di san Vincenzo a Bassano. Le indagini sono state aperte dalle diocesi di Civita Castellana, che comprende anche Trevignano Romano.