Commenti: 10 Basta finanziamenti dall’estero. Così Salvini blocca le moschee

Chi paga, comanda. E quest’adagio è ancora più vero quando si parla di una religione complessa e priva di un’autorità centrale come l’islam.

Nel corso degli ultimi anni, Paesi come l’Arabia Saudita, il Qatar e la Turchia, solo per citarne alcuni, hanno sborsato fior fior di quattrini per costruire moschee in tutto il mondo. Pensiamo a quella che è non solo la capitale del Belgio, ma anche dell’Europa tutta – Bruxelles – i cui quartieri spesso controllati da una maggioranza musulmana.

Tutto inizia nel 1969, quando re Baldovino donò a Faisal dell’Arabia Saudita il Pavillon du Cinquantenaire per farci una moschea. Un’occasione ghiotta per Riad, che lo usò come trampolino per predicare il wahabismo in tutta Europa. “Follow the money” – segui i soldi – è quindi un ottimo modo per comprendere il tipo di islam che verrà predicato in una moschea.

Per questo motivo, la Lega ha scritto un disegno legge intitolato Disposizioni concernenti il finanziamento e la realizzazione di edifici destinatii all’esercizio dei culti ammessi. L’obbietivo principale del documento, come sottolinea Il Messaggero, è evitare che questi luoghi, “da punti di aggregazione, possano diventare centri di possibile reclutamento da parte dell’estremismo“. Una mossa, questa, da non sottovalutare. Il procuratore Franco Roberti, infatti, in più di una occasione ha sottolineato come “Seguire i movimenti di denaro è fondamentale.oprattutto perché permette di risalire alla rete di rapporti in cui è inserito il singolo sospettato. Ricostruendo gli scambi è possibile identificare altri soggetti potenzialmente legati a cellule terroristiche. Tale attività funziona però solo se tempestiva, altrimenti il rischio è che si perdano le tracce“.

Cosa prevede il disegno legge della Lega

Il disegno legge porta la firma di Guido Guidesi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, e verrà discusso a dicembre. Uno dei principali obiettivi è quello di “colmare il vuoto normativo esistente nel nostro ordinamento” in quanto “non esiste un’ intesa fra lo Stato italiano e la confessione religiosa islamica, non essendoci un unico interlocutore per la religione musulmana“. Già perché, come dicevamo, il problema del mondo islamico è che non esiste una guida riconosciuta da tutti. Le differenze non sono solamente tra musulmani sciiti e sunniti. Ma anche tra i gruppi più piccoli presenti all’interno di ogni movimento.

Già l’anno scorso, l’allora ministro dell’Interno Marco Minniti ha cercato di trovare una soluzione a questo problema, firmando, come ricorda il Messaggero, “un accordo di collaborazione con dieci importanti associazioni attive in Italia, chiamato Patto nazionale per un islam italiano, in cui le associazioni si sono impegnate, tra l’ altro, a garantire la trasparenza dei propri fondi“. Tuttavia, il modello a cui si ispira la Lega non è tanto quello di Minniti, quanto quello del cancelliere austriaco Sebastian Kurtz che, da ministro, fece approvare una legge che “impediva l’ arrivo di finanziamenti da altri Stati“.

Il documento dettaglia anche la somma di soldi provenienti dall’estero. Ammonterebbero infatti “a diciotto milioni di euro all’ anno i finanziamenti per la costruzione in Italia di moschee e luoghi di preghiera e culto, autorizzati o meno, provenienti dall’ estero, in particolare dal Qatar, dall’ Arabia Saudita e dalla Turchia“. L’organizzazione più attiva, secondo le informazioni raccolte da Guidesi, sarebbe la Qatar charity foundation, che destina “in media al nostro Paese circa sei milioni di euro”, mentre “dalle associazioni turche ne arriverebbero quattro milioni e dall’ Arabia Saudita otto milioni“. Il disegno di legge sottolinea inoltre che per le religioni per cui non esistono accordi con lo Stato è previsto il “rispetto dei princìpi e dei valori della Costituzione“.

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