Maxi-retata tra migranti. La città nelle mani di pusher nigeriani. Ecco cosa combinano. I cittadini: “abbiamo paura”.
Cinquecento uomini delle forze dell’ordine e un elicottero sono stati impegnati nella maxi retata nei pressi della stazione di Mestre.
Il blitz programmato nei minimi dettagli e reso sempre più necessario dalle decine di morti in città per mano dell’eroina gialla, che continua a mietere vittime, risale a luglio scorso.
La droga ha trasformato quella fetta di Venezia nella capitale dello spaccio del Nord-Est. In via Monte San Michele, il clan dei nigeriani la produceva in un laboratorio clandestino e poi si occupava di smerciarla dall’alba fino a notte fonda per le vie della città, servendosi di decine e decine di pusher.
Ma purtroppo non è finita. Perché l’eroina continua a girare tra le strade del quartiere. Le pattuglie ci sono, come racconta un’anziana signora del posto, ma c’è anche la droga spacciata dai migranti che continua a perseguitare gli abitanti del posto.
La signora infatti dice: “Io non ho paura, ho un bastone qua con me. Però per tanto tempo abbiamo dovuto subire baruffe e lotte: rompevano bottiglie e si tagliavano il collo. Ora va un po’ meglio, ma la sera dobbiamo rimanere chiusi in casa: comunque, è meglio non uscire”.
Qui gli africani spacciano di tutto, eroina e cocaina, attirando orde di tossicodipendenti. A Mestre, infatti, arrivano da tutto il Nord Italia, specialmente dal vicino Friuli, per acquistare l’eroina gialla e altre sostanze stupefacenti. Le ultime vittime della droga killer – che si continua a trovare a due passi dalla Laguna – sono una ragazza di Udine di appena 16 anni, trovata senza vita la settimana scorsa nel bagno della stazione della cittadina friulana, e un bidello cinquantenne, morto in casa pochi giorni fa dopo aver fatto uso di quell’eroina.
La polizia, grazie all’amministrazione Brugnaro, ha liberato quel quartiere – quaranta persone in arresto e dodici espulsioni dall’Italia – e i residenti sono tornati a vivere senza andare a sbattere ogni giorno, ogni ora, contro pusher appostati o di passaggio.
Ma la sera, comunque, il buio è alleato del degrado: siringhe, fazzoletti sporchi di sangue e pezzi di alluminio per scaldare le droghe sono gettati nei tombini o sparsi nelle zone verdi della cittadina veneziana. C’è ancora tanto da fare. Ma almeno abbiamo iniziato. Con la speranza che il degrado in ogni sua forma venga debellato alla radice.
Fonte: Il Giornale