Ventimiglia, Ryan, il bimbo di 6 anni, esce dalla terapia intensiva. Ma ancora ci si chiede cosa sia successo
Ventimiglia, Ryan, il bimbo di 6 anni ricoverato in ospedale lo scorso 19 dicembre è riuscito ad uscire dalla terapia intensiva. Il bambino era entrato in urgenza a causa lesioni profonde a milza e polmoni e la frattura di otto vertebre. La dinamica ancora non è chiara. Ecco cosa sappiamo.
Ryan, il bambino di 6 anni di Ventimiglia esce dalla terapia intensiva
Ryan, il bambino di 6 anni di Ventimiglia è riuscito ad uscire dalla terapia intensiva. Incrociando le dita, dovrebbe essere fuori pericolo ma comunque le lesioni profonde a milza e polmoni e la frattura di otto vertebre non sono da sottovalutare. Il bambino è stato dimesso dalla terapia intensiva dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova: secondo la direzione dell’ospedale «le sue condizioni cliniche sono a oggi soddisfacenti». Il piccolo infatti ha iniziato il suo percorso riabilitativo. Il papà di Ryan, Simone C. pubblica quotidianamente, dal primo giorno notizie e immagini sui social del bimbo e della situazione clinica. Questa mattina scrive: «Arrivo a Genova e ricevo una notizia fantastica. Dalla semi intensiva siamo in fisiatria. Niente di più bello, ho gli occhi lucidi ma finalmente per la felicità. Continua così campione».
Ma cosa è accaduto a Ryan?
Intanto che si festeggiano i piccoli traguardi del bimbo di 6 anni di Ventimiglia ricoverato si pensa a cosa sia potuto succedere a Ryan. La procura di Imperia aveva subito aperto un fascicolo contro ignoti. Questo perchè ci sono due versione dei fatti. Nell’immediatezza dei fatti, ovvero quando il bimbo era stato all’ospedale Gaslini, la nonna e il compagno che quel giorno doveva prendersi cura di Ryan, avevano detto che era sfuggito al loro controllo ed era stato probabilmente investito da un’auto. Ma il 28 dicembre succede che arriva una accreditata un’ipotesi di maltrattamenti da parte della nonna e del compagno.
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Ciò che è accaduto al bimbo di 6 anni di Ventimiglia ha assunto una tale rilevanza mediatica che lo stesso procuratore di Imperia Alberto Lari ha firmato il 17 gennaio una nota nella quale ha ritenuto «Pur nel rispetto del segreto di indagine, di dover indicare alcuni elementi attualmente acquisiti con ragionevole attendibilità. Gli accertamenti sinora effettuati – scriveva allora Lari – in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore e che ne hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre dette lesioni a condotte volontarie di percosse o maltrattamento. Il che ovviamente – sottolineava Lari – non esclude in radice che condotte lesive volontarie possano essersi realizzate in epoca antecedente, tema investigativo questo in fase di approfondimento sul quale non è possibile allo stato formulare alcuna anticipazione».