CHOC AL CIMITERO, MISTERIOSO RAID: HANNO APERTO LA BARA

cimiteri dovrebbero essere i luoghi del silenzio, della pace, della commemorazione dei defunti. Un luogo per sentire più vicini i propri cari, per poter lenire la sofferenza.

Dovrebbero essere i luoghi in cui porre un fiore sulla tomba della persona scomparsa, raccogliersi in preghiera, tenerne vivo il ricordo. Insomma, posti in cui poter staccare dalla frenesia della quotidianità.

Ritagliarsi dei momenti di assoluto silenzio non è mai sbagliato e se recarsi a pregare sulla tomba di un caro serve a sentirsi più leggeri, ben venga. Purtroppo, però, nemmeno per i morti pare ci sia pace.

Sono diversi i casi di cronaca che avvengono proprio all’interno di questi luoghi e che invitano a riflettere su quanto, il fenomeno, sia sempre più diffuso.

Cosa sta accadendo? Come mai tutta questa crudeltà inaudita anche nei confronti di chi non fa più parte della dimensione terrena? Vi riporto un episodio accaduto ad aprile 2018 a dimostrazione di quanto vi ho detto prima.

I fatti si sono svolti ad Appiano Gentile, un comune in provincia di Como e, immediatamente, la terribile notizia ha raggiunto un gran numero di utenti, indignati per l’accaduto; oltre, naturalmente, a lasciare sotto choc l’intera comunità. Ignoti hanno preso di mira la tomba di monsignor Attilio Crespi, di cui, all’epoca, ricorreva il cinquantenario dalla morte.

Una storia davvero sconvolgente, in quanto i malviventi hanno aperto la bara contenente i resti di colui che è stato il prevosto di Appiano Gentile per moltissimi anni, esattamente dal 2942 al 1968. Con molta probabilità, si sarebbero avvalsi dell’impiego di una mazza per distruggere il muretto di mattoni forati che chiudeva il loculo, in cui era stata collocata la salma del povero religioso defunto.

Non ancora contenti, si sono accaniti sulla bara, rompendola. Essendo trascorsi 50 anni dalla morte di monsignor Attilio Crespi, essa era già logorata dal tempo e dagli agenti atmosferici per cui ci sono voluti attimi per aprirla con delle cesoie. Ma per quale motivo si è compiuto un simile atto? Di quanto accaduto sono subito stati allertati i carabinieri che hanno effettuato un sopralluogo per verificare la triste vicenda. La bara è sta aperta ma non è stato portato via nulla, quindi, all’epoca, non si interpretò la vicenda in termini di profanazione.

Sappiamo benissimo che essa è un atto sacrilego, consistente nel danneggiare i luoghi di riposo dei defunti. La legge considera reati penali tutti gli atti posti in essere al fine di danneggiare, in qualsiasi modo i cimiteri, i luoghi di sepoltura ma anche gli oggetti ornamentali, come la rimozione di lastre di marmo, l’estrazione di una bara, lo strappare i fiori, il rovinare gli articoli di sepoltura dei cimiteri, il rubare metalli preziosi oppure oggetti di valore custoditi all’interno delle tombe.L’’art. 407 del codice penale recita: “Chiunque viola una tomba, un sepolcro o un’urna è punito con la reclusione da uno a cinque anni”mentre l’art. 408 del codice penale indica che “chiunque, in cimiteri o in altri luoghi di sepoltura, commette vilipendio di tombe, sepolcri o urne, o di cose destinate al culto dei defunti, ovvero a difesa o ad ornamento dei cimiteri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”. 

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