ICTUS E INFARTI, L’ANNUNCIO UFFICIALE DEGLI ESPERTI È ARRIVATO POCO FA: “IL RISCHIO È MOLTO PIÙ ALTO”

Nell’ultimo anno si è registrato un incremento preoccupante di malori improvvisi, che non hanno risparmiato anche la popolazione apparentemente più sana, come i più giovani. Infarti e ictus sono ormai all’ordine del giorno, motivo per il quale gli esperti sono al lavoro per risalire alle cause ed ai possibili fattori di rischio. 

In questi giorni la comunità scientifica ha accolto con grande interesse i risultati di uno studio canadese volti a dimostrare una possibile causa di questo incremento sensibile degli infarti. Se questa ipotesi si dimostrasse fondata, sarebbe persino possibile prevedere l’ondata di infarti con diversi giorni d’anticipo: ecco per quale motivo.

I RISULTATI DELLO STUDIO

Stando ai risultati di questo interessante studio canadese, presentato da Shuangbo Liu dell’Università di Manitoba di Winnipeg (Canada), il rischio di infarto aumenterebbe con temperature più fredde. A sbalordire di questa ricerca è soprattutto il fatto che sia riuscita a quantificare esattamente le proporzioni di questa sua tesi: il rischio di infarto STEMI aumenterebbe del 7% per ogni riduzione della temperatura di 10 gradi. 

“Abbiamo studiato gli effetti della temperatura sul rischio di infarto a Winnipeg (Canada), una delle regioni più fredde del mondo, dimostrando così l’esistenza di una relazione chiara e lineare tra il freddo e il rischio di infarto STEMI. Cosa ancora più importante, questo rischio può essere previsto con un anticipo di un paio di giorni sull’infarto”-  ha dichiarato l’autore di questo importantissima ricerca, il quale si è sbilanciato sostenendo come sia addirittura possibile prevedere l’ondata di infarti con giorni di anticipo grazie alle previsioni meteo.

Osservando le statistiche relative agli infarti e le temperature è emerso come l’elemento predittivo più significativo fosse rappresentato dalle massime giornaliere al di sotto dello zero:  in questi casi tassi di infarto sono stati pari a 0.94 al giorno, contro lo 0.78 al giorno delle massime al di sopra dello zero. Grazie a questa importante scoperta sarà possibile mettere in atto quelle misure preventive, come un’anticoagulazione adeguata, che potranno ridurre sensibilmente il rischio di infarti ed ictus. 

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