ARRIVA SCOLLATA AL SUO MATRIMONIO, IL GESTO ESTREMO DEL PRETE

C’è chi, sin da ragazzina, sogna di percorrere la navata della chiesa, nel giorno del suo matrimonio, con un abito fiabesco, uno strascico lunghissimo, insomma, stile fiabesco.

C’è chi non ha questa concezione così romantica del suo abito, propendendo verso uno stile decisamente meno sobrio, più audace. Questo non dovrebbe creare imbarazzi, in quanto la scelta dovrebbe essere rimessa alla discrezionalità della posa.

Eppure, nonostante siamo ormai nel 2023, ci sono pregiudizi difficili da eradicare, al punto da far esplodere delle vere e proprie bufere social, tra favorevoli e contrari.

Se è vero che il mondo è bello perché vario, è altrettanto vero che, delle volte, anche il giorno del matrimonio, quello che dovrebbe essere vissuto all’insegna della serenità, innesca diatribe social dure a morire.

Quanto accaduto nel 2018 ad una sposa italiana ha innescato non pochi commenti tra gli utenti che si sono detti a dir poco sconcertati. Ma vediamo meglio cosa è accaduto.

Tra i preparativi per il grande giorno, oltre alla scelta degli addobbi floreali, delle bomboniere, della location, una delle cose più difficili è la scelta dell’abito degli sposi; in particolare della sposa che ha un’infinità di opzioni a disposizione. De gustibus, direbbe qualcuno, eppure c’è chi, dinnanzi ad una sposina che si è presentata in chiesa con una generosa scollatura, ha pensato bene di adottare dei provvedimenti drastici.

Per cercare di far desistere alcune donne che scelgono abiti troppo succinti o scollati per il giorno del loro si, un parroco di Oriago, in provincia di Mestre, ha pensato, addirittura, ad una tassa “volgarità”. In parole spicce, il caso, risalente al 2018, prevedeva un’offerta da lasciare in chiesa direttamente proporzionata all’entità provocante dell’abito. Maggiore è la scollatura, della sposa, maggiore è l’offerta.

Tra i primi che si sono occupati di questo curioso caso, troviamo La Voce della Riviera. Don Cristiano Bobbo, all’epoca dei fatti, ha lanciato una provocazione scherzosa: “Potremmo istituire una sorta di offerta da riscuotere in proporzione alla decenza dell’abito della sposa che molto spesso si presenta sguaiato e volgare, inadatto alla circostanza. Così chi più si presenta svestita più paga“.

Ma come mai il parroco ha avuto quest’idea? E’ partito tutto dalla considerazione che le coppie “moderne” hanno del matrimonio. Si da‘ molta meno importanza al sacramento, considerando più un evento che una scelta matura e condivisa tra un uomo e una donna che decidono di compiere il gran passo.

Viene spontanea una domanda. Cosa c’entra l’abito scelto? A far chiarezza ci ha pensato il parroco che ha spiegato: “Anche l’abito è un segnola testimonianza di una scelta, un momento della vita destinato a rimanere indimenticabile“, aggiungendo che per lui “sarebbe importante che le spose facessero comprendere anche attraverso la semplicità e il buongusto del loro vestito la delicatezza, la poesia e la freschezza del momento che stanno vivendo“. Inutile dire che il caso non è passato in sordina e che il popolo dei social si è lasciato andare a commenti piuttosto forti. Un caso che ha diviso l’opinione pubblica tra coloro che danno ragione alle spose audaci, e chi la pensa esattamente come il sacerdote. E voi da che parte state? 

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