Porta a porta, Franco Bechis in studio: “Ecco cosa c’è dietro l’accusa di Luigi Di Maio da Bruno Vespa”

C’era anche Franco Bechis in studio a Porta a porta mentre Luigi Di Maio, davanti a un incredulo Bruno Vespa, parlava di “testo manipolato inviato al Quirinale”. Il tema è quello del condono allargato e della non punibilità penale per chi aderisce (un passaggio di fatto obbligato per convincere i non-contribuenti ad accettare il patto con lo Stato, come spiega qui lo stesso direttore del Corriere dell’Umbria). L’accusa è gravissima, dal punto di vista politico e istituzionale. E infatti, nota Bechis, “la sera del 17 ottobre 2018 per la prima volta davvero il governo di Giuseppe Conte ha traballato e ha rischiato di spezzarsi”. Il giallo sollevato da Di Maio (il Quirinale ha smentito di aver mai ricevuto quel testo) chiama in causa sì Roberto Garofoli, il capo-gabinetto del Tesoro già al centro di polemiche e accuse, ma anche gli alleati della Lega.

Ora Di Maio, sottolinea Bechis, non ha via di fuga: “Se succedono cose di questo tipo, non vai in tv a spararle ad alzo zero, ma la prima cosa che fai è chiedere una riunione con il premier, la Lega e il ministro dell’Economia e dici a loro nel segreto di quattro mura quello che non ti va giù”. Invece il grillino, come spesso capita, l’ha buttata in pasto ai social alzando il polverone. “Però c’è un ostacolo – spiega il direttore -: quel condono (nel testo che non piace a Di Maio) paga più della metà del costo del reddito di cittadinanza (costa 9 miliardi e le tasse su banche e assicurazioni ne coprono solo 4). Se lo si fa saltare, bisogna trovare altre coperture per il reddito di cittadinanza e bisogna farlo in pochissime ore”. “Siccome conosco Di Maio da molti anni – è la sua conclusione – e sono l’ultimo a pensare che sia sprovveduto o che non sappia quello che fa, ho il dubbio che questa mossa mirasse proprio a questo: mettere fine al governo del cambiamento. Allora sarebbe stata assai efficace…”.

 

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