“Chi è stato si faccia avanti”. La scoperta choc della mamma di Emanuela, morta a 11 anni
Emanuela era una ragazza di 11 anni che ha perso la vita in bicicletta. Per lei è stato fatale l’impatto con un furgone Mercedes guidato da un uomo a Reschigliano nel Veneto. I soccorsi nell’occasione sono stati tempestivi. Dopo averla stabilizzata i soccorritori l’hanno trasportata in ospedale ed è stata ricoverata nel reparto di Terapia intensiva pediatrica. I medici hanno fatto di tutto per salvarle la vita, ma alla fine si sono dovuti arrendere: troppo gravi le lesioni riportate nel tremendo impatto con il furgone. Un incidente assurdo perché avvenuto vicino casa di Emanuela che avrà percorso quella strada centinaia di volte
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Ora i suoi parenti chiedono solo di vivere il loro dolore. La mamma di Emanuela, Esmeralda, non riesce a darsi pace per la tragedia che l’ha colpita. E qualche giorno fa, il 18 dicembre, il giorno del compleanno di Emanuela, si era recata in via Pontarola nel punto dove si è verificato il tragico incidente e aveva posizionato a terra un pupazzo che di notte, corredato da una piantina, si illuminava. Quattro giorni dopo i familiari si sono accorti che quel pupazzo è stato rubato.
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Emanuela, rubato il pupazzo dal luogo dell’incidente
Ha davvero dell’incredibile questa storia, perché al dolore di una tragedia a cui non si riesce a dare una spiegazione, si somma l’amarezza per un gesto vile. Il cippo in onore di Emanuela, giovane vittima della strada, è stato profanato. La notizia è stata raccontata dal quotidiano Il Gazzettino. Un gesto vigliacco e inspiegabile perché non esiste alcun motivo valido per rubare un oggetto posizionato sopra un marciapiede
Mamma Esmeralda ha rivolto parole di fuoco all’ignoto ladruncolo: “Chi l’ha preso – ha detto – chissà che abbia passato un buon Natale”. La donna ha invece ricevuto la solidarietà di altre mamme che hanno riempito il vuoto sul marciapiede con dei fiori. Per la signora Esmeralda non è stato un Natale facile: non solo lo deve passare senza la sua bambina, ma anche deve sopportare l’onta di un gesto inqualificabile. I parenti di Emanuela vogliono solo restare chiusi nel loro dolore senza che nessuno si permetta di “toccare piccoli giocattoli o fiori che nel cuore di una mamma hanno un significato particolare”.
“La notizia del furto del pupazzo ha creato imbarazzo in tutta la comunità di Reschigliano dove tutti conoscono la storia di Emanuela e hanno pianto per lei il giorno della tragedia. Capire chi possa averlo portato via al momento è impossibile. Non è escluso che venga richiesto il controllo delle telecamere di videosorveglianza. C’è chi dice che potrebbe essere stato un altro bambino ingolosito dal pupazzo, mentre al momento sarebbe escluso il gesto di qualche adulto. Sta di fatto che chiunque l’abbia portato via è sempre in tempo per farlo ritrovare alla mamma di Emanuela. Dietro quel pupazzo c’è la volontà di una madre che voleva soltanto donare un piccolo ricordo alla figlia in occasione dei suoi tredici anni”, si legge sul Gazzettino.