Siria, la “Bbc”: “Assad ha usato le armi chimiche in 106 attacchi”
Centosei attacchi con armi chimiche dal 2014 a oggi. Da quando, cioé, Bashar al-Assad aveva dichiarato di aver distrutto tutte le scorte di armi chimiche del Paese.
È la conclusione a cui è arrivata la Bbc, che in un ampio reportage ha preso in esame 164 incidenti verificatisi negli ultimi quasi 5 anni di guerra civile siriana, arrivando a stabilire che in 106 casi sono effettivamente state usate sostanze chimiche sulla popolazione da parte del regime di Damasco.
Era il settembre 2013 quando Assad accettò di firmare la Convenzione internazionale sulle armi chimiche: un mese prima, nella notte del 21 agosto 2013, sui sobborghi della capitale fu sganciata una serie di attacchi al gas sarin che causarono un numero imprecisato di vittime che, a seconda delle stime, vanno da 300 a 1.700. Il mondo si indignò, gli Usa (guidati da Barack Obama) furono sul punto di bombardare Damasco, ma il presidente russo, Vladimir Putin, riuscì a convincere il presidente siriano a firmare l’accordo e consegnare gli arsenali. Da allora, nonostante le denunce e le testimonianze dei sopravvissuti, Assad ha sempre negato che il suo esercito possieda ancora questo tipo di armi. In un’intervista di marzo 2018 rassicurava: «L’Opac ha fatto indagini su questo ed è chiaro che non ne abbiamo». I video dei presunti attacchi? «Sono solo farse, anche allestite male».
Le conclusioni del reportage della Bbc, però, sono diverse. L’emittente britannica mostra come gli attacchi si siano concentrati sempre nelle stesse zone, quelle controllate dai ribelli anti-governativi, nel nord-ovest e sud-ovest del Paese. Circa la metà dei 106 episodi accertati si sono verificati nelle regioni di Idlib e Hama, mentre gli altri sono stati sganciati ad Aleppo e nella Ghouta orientale, vicino a Damasco. La sostanza chimica più usata – in 79 episodi su 106 – è il cloro, che è anche quella di cui è più difficile reperire tracce, data l’estrema volatilità che la fa evaporare immediatamente. L’attacco con il maggior numero di vittime resta quello di Khan Sheikhoun, provincia di Idlib, del 4 aprile 2017, che convinse Trump a lanciare un’offensiva missilistica sulla base dell’esercito siriano da cui si pensa sia partito l’attacco chimico. A Khan Sheikhoun si stima che i morti siano stati un’ottantina, uccisi dal sarin, gas nervino 20 volte più letale del cianuro. L’ultimo attacco chimico accertato risale invece al 23 marzo 2018.
Dopo sette anni di guerra civile in Siria, che ora sembra avviata alla conclusione con la vittoria delle forze governative sui ribelli, si stima che le vittime totali siano oltre 350mila.