ADDIO IMU: FINALMENTE È ARRIVATA L’UFFICIALITÀ. GLI ITALIANI CHE NON DOVRANNO PIÙ PAGARLO
L’IMU, Imposta Municipale Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari.
L’IMU viene pagata tramite il Modello F24 in due rate pari al 50% dell’imposta annua, oppure in una rata unica pari al 100%. Il contribuente si rivolge solitamente al Caf, in cui viene aiutato dall’operatore al calcolo del tributo.
L’operatore, al termine dei conteggi, rilascerà l’importo da versare, contenuto nell’F24 .Il trbuto è rapportato al periodo di possesso effettivo nell’arco dei 12 mesi, per cui se un immobile è stato posseduto solo per 10 mesi, ad esempio, l’imposta verrà calcolata su un periodo di 10 mesi e non di 12.
L’IMU in genere si paga due volte l’anno: il versamento dell’acconto è previsto per il 16 giugno, mentre il versamento del saldo per il 16 dicembre. La legge precisa che se tali termini di scadenza coincidono con un giorno festivo o prefestivo, la scadenza slitta al primo giorno lavorativo utile.
Ma ci sono alcune categorie di contribuenti esentate dal pagamento dell’Imposta Municipale Propria. Vediamo insieme di quali categorie si tratta.
Con la sentenza 209 del 13 ottobre 2022 , la Corte Costituzionale ha stabilito che sono esentati dal pagamento dell’IMU i coniugi che hanno residenze diverse. Sono tenuti a pagare la tassa coloro che hanno la residenza in un immobile, ma non la dimora effettiva. L’uso di due immobili come abitazione principale deve comunque essere dimostrato per ottenere l’esenzione del pagamento. C’è anche chi può chiedere il rimborso.
Per il giudice delle leggi, “nel nostro ordinamento costituzionale non possono trovare cittadinanza misure fiscali strutturate in modo da penalizzare coloro che, così formalizzando il proprio rapporto, decidono di unirsi in matrimonio o di costituire una unione civile”, aggiungendo che il legislatore “non può precludere la possibilità di mantenere la doppia esenzione anche quando effettive esigenze, come possono essere in particolare quelle lavorative, impongano la scelta di residenze anagrafiche e dimore abituali differenti”.
Le coppie che hanno già versato le imposte ma che, secondo la nuova normativa, adesso sono esentati, possono chiedere il rimborso per i 5 anni successivi al versamento, dimostrando che il nucleo familiare usufruisce di due prime case. In che modo? Si possono presentare le bollette delle utenze oppure provare la scelta del medico di base nella città o nella zona dove si trova la casa.
Il rimborso si può chiedere online sui siti degli enti locali che si occupano della gestione dell’Imposta Municipale Propria. Il comune, ovviamente, deve fare i dovuti controlli per verificare se realmente al richiedente che ha già versato per errore l’imposta, spetta o meno l’esenzione. La stessa cosa vale anche per due immobili che si trovano nella stessa città, dato che in molte situazioni tra le due abitazioni intercorrono chilometri di distanza .
E’ necessario avere sia residenza che domicilio nella stessa casa. Prima di procedere con il rimborso richiesto, i comuni dovranno verificare la sussistenza dei requisiti di residenza anagrafica e dimora abituale, facendo una verifica a ritroso degli atti comunali e delle informazioni rinvenibili dalle bollette. Insomma, non è certo un compito semplice e veloce, per cui per l’ottenimento dei rimborsi IMU si dovrà pazientare; poco ma sicuro.