STRAGE DI ERBA, C’È UN NUOVO TESTIMONE: VERSO LA RIAPERTURA DEL CASO
E’ sicuramente uno dei casi di cronaca nera più efferati e, a distanza di quasi 16 anni, l’orrore di quel che successe è ancora troppo vivo nella memoria collettiva.
Il caso ebbe un forte clamore mediatico e se ne parlò praticamente ovunque, a iniziare da Quarto Grado e Chi l’ha visto? , con tutti gli aggiornamenti attorno alla strage di Erba.
Il 3 maggio 2011 la Corte di Cassazione ha condannato i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi all‘ergastolo per la mattanza compiuta ad Erba l’11 dicembre del 2006. Quel terribile giorno persero la vita quattro persone e una quinta fu ferita a morte.
Si tratta di uno dei crimini più atroci della storia d’Italia, che ha inizio da un incendio, divampato alle 20:20 dell’11 dicembre 2006, in un appartamento di una vecchia corte ristrutturata situato in via Diaz, a Erba.
Tutto ad un tratto Erba, un comune di poco più di 16mila abitanti in provincia di Como, è diventata la città della strage, compiuta, per la giustizia italiana, sa Olindo, all’epoca netturbino, e da sua moglie Rosa. Ora si va verso la riapertura del caso, con un nuovo testimone. Vediamo cosa sta accadendo.
Prima degli aggiornamenti, è doveroso ripercorrere, molto brevemente, quanto accaduto nella serata dell’11 dicembre 2006. A incendio divampato, due vicini, entrando nella palazzina, rivengono Mario Frigerio, gravemente ferito, trascinandolo fuori. Dalla porta socchiusa si intravede il cadavere di Raffaella Castagna in fiamme. Frigerio, non potendo parlare per via delle ferite al collo, indica ai soccorritori, indica che un’altra persona è sul piano di sopra. Si tratta della moglie dell’uomo, Valeria Cherubini che, purtroppo, è morta soffocata dal monossido di carbonio.
I vigili del fuoco, dopo aver domato l’incendio, rinvengono, in casa Castagna, i cadaveri di Paola Galli, madre di Raffaella Castagna, e del figlioletto di quest’ultima, Youssef Marzouk, di 2 anni. Per la strage di Erba sono stati condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi ma gli avvocati dei coniugi Romano, insieme ai consulenti di parte, stanno per presentare la richiesta di revisione del processo. Secondo loro ci sarebbero troppi lati oscuri, nonostante i 3 gradi di giudizio che vedono marito e moglie condannati alla massima pena. A rivelare tutto questo è il l’avvocato dei Romano, Fabio Schembri, nel corso del programma “Crimini e Criminologia”, trasmesso su Cusano Italia TV. Il legale ha dichiarato: “La revisione del processo è un istituto estremamente difficile da attivare perché ci vogliono delle prove nuove; quindi, stiamo lavorando per portare prove nuove su ogni singolo elemento”.
Ma su cosa si basa l’istanza di revisione che intendono presentare al più presto? Sul fatto che gli investigatori e i giudici avrebbero puntato il movente del pluriomicidio su liti condominiali, tralasciando altri moventi ben più forti, come, ad esempio, il traffico di sostanze stupefacenti effettuato nell’ambito dell’abitazione di Raffaella Castagna, moglie di Azouz Marzouk, che era stato arrestato per droga.
L’avvocato ha sottolineato che, all’inizio, tale pista era stata esaminata dalla Guardia di Finanza, col ritrovamento di “elementi di una certa consistenza”. Riguardo al nuovo testimone, l’avvocato ha svelato che si tratta di Abdi Kais, tunisino, amico di Azouz, residente nell’appartamento della strage all’epoca in cui fu compiuta. Questo testimone ha fatto delle clamorose rivelazioni, parlando di liti per droga, avvenute prima dell’11 dicembre 2006, terminate con accoltellamenti. In una di queste, venne accoltellato gravemente anche il fratello di Azouz. Il testimone ha rivelato, inoltre, di aver ricevuto l’ordine di eliminare alcuni elementi del gruppo rivale e che nell’abitazione di Raffaella Castagna venivano custoditi dei valori provenienti dallo spaccio di droga.
Schembri, nel corso dell’intervista, ha dichiarato, inoltre, che un carabiniere che lavorava presso il nucleo operativo di Como, occupandosi di intercettazioni ambientali e telefoniche, avrebbe garantito loro che tutte le operazioni d’intercettazione si svolsero regolarmente, senza interruzioni. Eppure delle intercettazioni, a detta della difesa dei coniugi Romano, mancano. L’ipotesi che sostengono è che qualcuno le abbia fatto sparire.