Ennesimo sbarco a Lampedusa. Il giallo: cellulare di Toninelli spento
Roma Un altro barcone, con a bordo 70 persone, è sbarcato ieri a Lampedusa. Il motopesca, battente bandiera tunisina, ma proveniente dalla Libia, si trovava in area Sar maltese, a circa 18 miglia dall’isola, quando è stato chiesto l’intervento dell’autorità de La Valletta, responsabile delle operazioni in quel tratto di mare.
Solo che i maltesi non avevano, a loro dire, mezzi a disposizione. A quel punto l’Imrcc, il centro di coordinamento della Guardia costiera di Roma, ha interessato la nave Mare Jonio, a cui è stata data indicazione di fare riferimento per le operazioni di soccorso a La Valletta, essendo Malta l’autorità coordinatrice e responsabile delle operazioni di ricerca e soccorso in quel tratto di mare. Solo che quando l’imbarcazione della Guardia costiera è arrivata nel punto indicato non ha trovato nessuno. Poco dopo il motopesca con i migranti a bordo ha raggiunto Lampedusa in modo autonomo ed è lì che gli immigrati sono stati fatti sbarcare, per poi essere presumibilmente posizionati in centri di accoglienza.
La domanda è: con porti chiusi e disposizioni del governo, come è possibile che un barcone sia sbarcato così facilmente a Lampedusa? In tutta questa storia, peraltro, c’è un giallo. La Mare Jonio, quando è stata allertata, era a quattro ore di distanza dal punto dell’avvistamento. Nessuno voleva intervenire ed è in quel momento che è iniziato un rimpallo di telefonate che ha coinvolto il parlamentare Erasmo Palazzotto, ideatore della missione Mediterranea, di cui la nave fa parte, la Guardia costiera e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli il quale, però, aveva il telefono staccato. Così la palla è passata a Gino Scaccia, capo di Gabinetto del ministro, che si è trovato a gestire un problema più grosso di lui, tanto che avrebbe rimandato il tutto a responsabilità maltesi. Critiche al titolare del dicastero non hanno tardato ad arrivare. Come è possibile che un ministro avesse il cellulare staccato? A quel punto pare sia dovuto intervenire anche il comandante della Guardia costiera. Di fatto, il barcone era tutt’altro che in avaria, non si è trattato di un evento Sar, come confermato da fonti della Capitaneria, ma di un normale evento di intercettazione di un barcone, uno di quelli che provano ad arrivare in Italia e corrono dritti solcando il Mediterraneo. Quelli di fronte a cui non esistono porti chiusi, divieti o natanti che li bloccano.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, peraltro ha previsto controlli maggiori sui migranti che arrivano in Italia via mare. Si pensa a rafforzare i poteri di Polizia e Guardia di Finanza, soprattutto per il controllo dei confini a sud dello stivale. L’obiettivo è quello di stoppare gli arrivi e prevenire l’arrivo di eventuali terroristi. Un piano che sarebbe stato presentato durante l’ultimo Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il progetto prevede anche assetti specifici per individuare i barchini prima che giungano sulle coste italiane, grazie all’apporto delle forze dell’ordine e delle forze armate, ma anche maggiore collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
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