VASCO ROSSI, DISPERAZIONE ED INCREDULITÀ TRA I FAN: “AD UN PASSO DALLA MORTE”

Vasco Rossi non ha bisogno di presentazioni. Il Blasco, come in molti suoi fan continuano a chiamarlo, che si è sempre definito un provocautore, , è considerato uno dei maggiori esponenti della musica rock italiana.

Ha dalla sua quella voce rauca, ruvida, che graffia il cuore, un carisma innato e la capacità di raggiungere sempre il cuore di tutti, dicendo, con la sua tipica schiettezza, tutto ciò che pensa.

E’ questo che piace di lui, che rapisce e che non smette di sorprendere. Vasco dice sempre in faccia anche le verità più scomode, parlando apertamente della sua vita spericolata.

Racchiude nei suoi brani, frasi d’amore che tutti avremmo forse voluto dire al nostro partner, la sofferenza, la fragilità, la vulnerabilità dell’essere umano. Lo fa con il suo modo,  grazie al quale continua a cavalcare l’onda del successo.

Una lunghissima carriera, costellata di successi e di riconoscimenti la sua. Il più grande riconoscimento? Senza dubbio il suo pubblico, quello che lo acclama, che canta a squarciagola le sue canzoni. Ma ci sono cose che, forse, non tutti sanno, di lui.

Vasco Rossi è come i gatti, ha 7 vite. Quando lo dicevo, i miei amici si mettevano a ridere ma, scavando nel suo vissuto, si capisce il motivo della mia affermazione. I suoi brani, quelli che ascoltiamo con lo stereo a palla in auto, o chiusi nella nostra stanza, sono il frutto della sua esistenza in cui è stato ad un passo dalla morte molte volte. Ok, ha scritto “Vita spericolata” ma forse avrà tratto ispirazione dalla sua, di vita, in quanto ha dovuto sconfiggere 3 malattie mortali e il coma per 4 volte. Qualcuno lo ha definito un “duro a morire”, altri un “miracolato”. Che si sia trattato di miracolo o di destino poco importa. La cosa certa è che le esperienze di questo grande cantautore sono al limite del surreale.

Dopo anni ed anni, in cui ha lasciato in apprensione svariate volte, tutti i suoi fan, sparsi per il mondo, ha deciso di raccontarsi, mettendo nero su bianco la sua vita, attraverso una lettera a Vanity Fair. “Se non sono un sopravvissuto io… Io sono un… Super Vissuto!”. Con la sua solita pervasiva ironica, ha voluto parlare così della sua vita, in cui ha affrontato una situazione talmente grave da paragonarla ad un meteorite sul nostro Pianeta.

Un riferimento, il suo, alla pandemia da Covid, e a come il virus, facendo irruzione nelle nostre vita, la sua compresa, le abbia stravolte. Ancora oggi dobbiamo fare i conti con un pericolo sempre in agguato e con il ricordo di quello che abbiamo provato sulla nostra pelle, da reclusi in casa. Il cantante è andato a ritroso nel tempo, parlando della sua infanzia a Zocca.

Era consapevole che avrebbe spiccato il volo da lì ma, all’epoca, un giovane Vasco, non sapeva quello che sarebbe diventato. Non si sarebbe certo immaginato di diventare un’icona del rock, al punto da fare il tutto esaurito in ogni suo concerto. Ha vissuto gli anni difficili delle Brigate Rosse, delle continue lotte operaie, al punto da definirsi “un indiano metropolitana, un uomo anarchico”.

Un racconto che attraversa i decenni, il suo, sino agli anni 80, “quelli più stupidi del secolo, ma anche i più divertenti e belli del rock”. Non ha nascosto di far uso di droghe, uscendo indenne o quanto meno meno, sopravvissuto. Poi un altro mostro, nel 2000, è piombato nella sua vita: la depressione legata alla perdita dei suoi cari amici e ai problemi cardiaci, sino al 2011, anno in cui ha avuto 3 malattie mortali, andando in coma 3-4 volte. E voi, sapevate tutto questo?

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