Sergio Mattarella, voci su dimissioni: “Chi è il prossimo presidente della Repubblica”
C’è una indiscrezione che gira da qualche giorno nei palazzi delle Istituzioni. Riguarda Sergio Mattarella e Mario Draghi, ex presidente del consiglio. Martedì mattina la nuova presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto il suo discorso programmatico per chiedere la fiducia al nuovo governo alla Camera dei deputati: è iniziato dopo le 11 ed è durato poco più di un’ora.
Sì alla fiducia. La Camera dei deputati ha approvato la mozione di fiducia al governo di Giorgia Meloni presentata dalla maggioranza: i voti favorevoli sono stati 235, i contrari 154 e gli astenuti 5. I deputati presenti erano in totale 389 su 400. Il 26 ottobre la presidente sarà la volta del Senato. Giorgia Meloni e Mario Draghi hanno trovato un feeling importante e l’ipotesi che l’ex premier possa diventare il nuovo presidente della Repubblica non è remota. Anzi.
“Sergio Mattarella si dimette, Mario Draghi nuovo presidente della Repubblica”, l’ipotesi sul Quirinale
In queste ore l’indiscrezione sul presidente della Repubblica è stato riportato da diversi quotidiani nazionali e avrebbe una base solida, a partire dall’idea di Sergio Mattarella, che non vorrebbe portare a termine il suo secondo mandato. Le dimissioni di Sergio Mattarella entro la prossima estate non sono uno scenario da scartare anche vista l’età del presidente, 81 anni.
Sergio Mattarella è stato stato rieletto il 29 gennaio 2022, all’ottavo scrutinio, con 759 voti, divenendo dunque il secondo Presidente della Repubblica, dopo Giorgio Napolitano, a essere riconfermato per un secondo mandato. Successore di Sergio Mattarella potrebbe essere proprio Mario Draghi. Il premier Giorgia Meloni sarebbe d’accordo così da avere le “spalle coperte” con l’Unione Europea alla luce della stima che tutti hanno nei confronti di Mario Draghi. Ma ci sarebbero due scogli da superare.
Come scrive Il Tempo 2due i problemi più difficili da risolvere, per portare a termine questa intricata operazione. Non sarà facile far “digerire” il nome dell’ex governatore della Banca centrale europea all’ala più identitaria di Fratelli d’Italia. Quella, per intendersi, che vede nella globalizzazione e in certe lobby finanziarie il male assoluto. Un problema non da poco, ma, tutto sommato, risolvibile”.