Meloni si scaglia contro Berlusconi: “Nei suoi appunti mancava un punto: che non sono ricattabile”
La premier in pectore Giorgia Meloni ha commentato la lista di aggettivi poco lusinghieri che Silvio Berlusconi ha scritto sul suo conto, ribadendo di non essere “ricattabile”.
Meloni si scaglia contro Berlusconi: “Nei suoi appunti mancava un punto: che non sono ricattabile”
I giornalisti hanno intercettato Giorgia Meloni mentre lasciava Montecitorio. Alla domanda del cronista di La7, in collegamento con il Tg di Enrico Mentana, che le ha chiesto come considerasse la lista di aggettivi che Silvio Berlusconi ha appuntato su un foglio durante l’elezione del presidente del Senato, la premier in pectore ha dato una risposta lapidaria.
“Mi pare che tra quegli appunti mancasse un punto: che non sono ricattabile”, ha dichiarato con fermezza la leader di Fratelli d’Italia mentre saliva in auto per lasciare la Camera.
Il nuovo Parlamento si è insediato da neppure 24 ore e la Meloni non ha ancora ricevuto l’incarico di formare il nuovo Governo dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella che la nascita del nuovo esecutivo appare già incerta. Gli attriti tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, infatti, sono sempre più evidenti. Prima la decisione dei senatori di FI di non votare La Russa a Palazzo Madama – eletto con un’ampia maggioranza nonostante i voti non espressi dagli alleati con l’aiuto dell’opposizione –, poi l’attacco alla futura premier il cui comportamento è stato giudicato “supponente, prepotente, arrogante e offensivo”.
Il clima sembra tutt’altro che disteso.
Le reazioni alle parole di Giorgia Meloni
Giuseppe Conte (M5S)
Quanto sta accadendo nel centrodestra, è stato commentato dal presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha dichiarato: “Il Governo non è ancora partito e già appare in frantumi: il fatto che si parli di ricattabilità è grave, perché registra scorrettezze e assenza di fiducia reciproca”.
Nel post condiviso su Facebook, l’ex premier ha osservato: “Mentre Berlusconi e Meloni si scambiano accuse attraverso fogliettini e telecamere noi stiamo lavorando a un piano su carobollette ed energia su cui chiederemo un confronto al nuovo governo – e ha aggiunto –.
In quarantott’ore abbiamo assistito alla fine dell’idillio elettorale della destra per una imbarazzante guerra di poltrone. Meloni&Co. hanno chiesto e ottenuto il voto dei cittadini, ma hanno trascurato di dire che a tenerli insieme non è un’idea comune di Paese, ma la triste e consueta sete di potere”.
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Carlo Calenda (Azione)
Il leader di Azione, Carlo Calenda, invece, ha lodato l’atteggiamento della Meloni alla sua uscita da Montecitorio. “In questa vicenda la protervia di Berlusconi, i diktat della Ronzulli, la pretesa di ministeri utili personalmente e gli insulti, meritavano una risposta“, ha scritto su Twitter. “Ciò premesso… così questi non governano sei mesi“, ha chiosato Calenda.
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Arturo Scotto (Articolo Uno)
Il deputato di Articolo Uno, Arturo Scotto, ancora, ha ripreso le parole della Meloni e ha twittato: “Meloni dice a Berlusconi: io non sono ricattabile. È probabile che la leader di FdI tra pochi giorni avrà l’incarico dal Quirinale per formare un Governo. Ha il dovere di spiegare su cosa Berlusconi l’ha ricattata. Non possono esserci zone d’ombra sulle Istituzioni repubblicane”.
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Meloni contro Berlusconi e l’attacco a Letta
Meloni ha anche contestato gli attacchi che l’opposizione di centrosinistra, e in particolare Enrico Letta, sta rivolgendo contro il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Uscendo da Montecitorio, infatti, la premier in pectore ha dichiarato: “È interessante questa sinistra che ci parla di rispetto delle istituzioni ma è un rispetto che vale solo se le rappresentano loro – e ha aggiunto –. È un’idea curiosa di democrazia che però abbiamo già sperimentato”.
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Nella serata di venerdì 14 ottobre, poi, Meloni è nuovamente intervenuta sul tema, postando su Twitter il seguente messaggio: “Agli esponenti di sinistra che stanno rilasciando dichiarazioni irrispettose verso i nuovi presidenti delle Camere, ricordo che le istituzioni vanno rispettate sempre e non solo quando sono loro espressione. Aggredirle in questo modo è un’offesa allo Stato e alla volontà popolare“.