“Strangolata e impiccata”. Uccisa a 30 anni dal fratello, ritrovata in casa dalla madre: il motivo choc
Dilsen Avci uccisa dal fratello per essere tornata a casa in ritardo. È lo stesso ragazzo, Selim Kantar a confessare di aver ucciso la sua sorellastra di 30 anni. Siamo in Turchia, precisamente nel distretto di Pursaklar, provincia di Ankara. L’uomo ha raccontato alle autorità che prima strangolato la sorella e poi ha appeso il cadavere a un tubo del gas. Una follia omicida senza senso. Il corpo senza vita della ragazza è stato trovato dalla madre.
Lo choc della donna però non le ha impedito di chiamare subito i soccorsi. E quello che dapprima sembrava un suicidio, agli occhi delle autorità turche è sembrato subito qualcosa di diverso. Solo a quel punto Kantar ha confessato di averla strangolata. Il fatto curioso è che la confessione è arrivata diverso tempo dopo la morte della giovane, in una lettera dalla prigione, dove si trovava per un altro crimine.
Leggi anche: Urla in giardino, sangue e scena agghiacciante. Morti fratellini di 5 mesi e 2 anni, la mamma gravissima
Dilsen Avci uccisa dal fratello per essere tornata a casa in ritardo
Tra l’altro il giovane ha spiegato che non era pentito di quello che aveva fatto, convinto che la sorella, restando fuori spesso fino a tarda notte, non aveva un atteggiamento adeguato e non aveva rispettato la famiglia. Solo nel processo, l’omicida, ha confessato più volte di non essersi pentito del gesto. Probabilmente Selim l’ha fatto solo per scongiurare l’ergastolo.
Una mossa difensiva che sembra aver funzionato visto che il tribunale lo ha condannato a 30 anni di carcere. Ora, la madre due ragazzi si è detta contenta del fatto che la figlia abbia avuto giustizia, ma distrutta dal dramma familiare che ha vissuto e continua a vivere. La donna ora è sola: aveva due figli, ma uno è finito in prigione poco dopo aver ammazzato la sorella. Una vicenda atroce che per certi versi ci ricorda la triste storia di Saman Abbas.
In questi giorni si discute molto riguardo le parole del padre che suonano proprio come una confessione a tutti gli effetti. “L’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore”. Sono le parole intercettate l’8 giugno 2021 e pronunciate da Shabbar Abbas, il padre di Saman, la ragazza 18enne di origine pachistana scomparsa il 1 maggio 2021 a Novellara, nel Reggiano.