Ragazza di 17 anni aggredita mentre va a scuola: le sue urla e l’intervento di un compagno fermano la violenza sessuale
Una ragazza di 17 anni è stata aggredita mentre stava andando a scuola: le sue urla e l’intervento di un compagno, tuttavia, hanno fermato la violenza sessuale, mettendo in fuga l’aggressore. Il fatto è accaduto a Firenze, in una strada non lontana dal centro cittadino, il 4 ottobre scorso.
È quanto raccontato ai carabinieri che stanno svolgendo accertamenti.
Le urla della ragazza
L’aggressore sarebbe stato messo in fuga dalla stessa ragazza: la sua reazione e le sue grida hanno fatto scappare l’uomo. In soccorso della minorenne è poi intervenuto un compagno di scuola che ha chiamato i militari.
L’intervento dei carabinieri risale alle 7:15 di martedì scorso.
La vittima, visitata all’ospedale Careggi, non presentava segni di lesioni.
Indagini in corso per identificare l’autore.
Il racconto della mamma della giovane al Consigliere comunale Matteo Chelli
«Sono sconvolto, affranto. Ho ricevuto una telefonata che non avrei mai voluto ricevere da parte di una mamma, un’amica. In lacrime mi ha raccontato che sua figlia, la scorsa mattina, è stata aggredita sotto il portone di casa in zona Ponte di Mezzo mentre stava recandosi a scuola.
L’autore del fatto ha pensato bene di gettarla a terra e salirle addosso con il chiaro intento di violentarla. È stata la forza di questa ragazzina (appena diciassettenne) che l’ha portata a gridare con tutto il fiato che aveva in gola per cercare di attirare l’attenzione. E così è stato: un compagno di classe che abita poco distante, sentendo le urla lancinanti, ha avuto la prontezza, la freddezza e il coraggio di correre giù dalle scale e contemporaneamente avvisare i Carabinieri, riuscendo a far desistere il soggetto in questione.
Tutto è stato denunciato alle autorità competenti che mi auguro riescano quanto prima ad assicurare alla giustizia il responsabile, purtroppo fuggito. Una storia tragica, solo per poco non trasformatasi in una dramma ancora peggiore, ma che comunque avrà delle inevitabili ripercussioni nelle vite di chi ne è rimasto vittima. Questa povera ragazza era appena uscita di casa e stava andando a scuola come ogni santa mattina. Tutto è accaduto alla luce del Sole, sotto le finestre delle abitazioni (e sia chiaro poco sarebbe cambiato se fosse accaduto in qualsiasi altro momento e luogo). Mi spaventa che qualcuno possa sentirsi a tal punto impunito. Ho deciso, in accordo con la famiglia, di raccontare questa storia perché non venga dimenticata. Perché questa violenza ingiustificata, incommentabile, vergognosa e vituperevole non passi inosservata. Perché le istituzioni non si voltino dall’altra parte e diano risposte concrete, forti. “Non sono riuscita a proteggerla”, “Come farò ad essere tranquilla d’ora in poi”: sono le frasi che più mi hanno colpito al cuore durante la conversazione che ho avuto e adesso riecheggiano incessantemente nella testa. Intanto ci tengo a mandare nuovamente un abbraccio forte a tutta la famiglia e alla povera ragazza in questo momento purtroppo emotivamente devastante.
I miei sinceri complimenti all’amico e compagno coetaneo intervenuto per primo in soccorso. Ci vorrebbero più persone così. Grande vicinanza e solidarietà è arrivata da tutto il Quartiere, e questo è sicuramente un bel segnale. Il mio impegno, seppur dall’ultimo degli scranni, sarà sempre proteso a far sentire la voce dei cittadini nelle sedi opportune e a cercare di migliore la nostra Città, nel loro interesse. La sicurezza è un tema basilare, cardine, centrale per ognuno di noi. Non mi stancherò mai di ripeterlo e di farmi parte attiva in questo senso, a maggior ragione dopo ciò che è accaduto. Non siete e non sarete soli».
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