“Alcuni costano il doppio”. Cibo italiano sempre più caro: la nuova lista (aggiornata) dei prezzi fa paura
Rincaro dei prezzi, colpito anche il settore alimentare. Non solo bollette di elettricità e gas, ma anche molti altri settori investiti da una notevole impennata dei costi. Stessa sorte, dunque, che sembra aver ‘colpito’ anche alcuni prodotti di largo consumo alimentare. Ecco la classifica.
Rincaro dei prezzi nel settore alimentare, un’ondata che preoccupa. Rispetto allo scorso anno, molti prodotti sono andati incontro a un aumento dei prezzi. Sarebbe stata l’Unione Nazionale Consumatori a chiedere un bonus di 600 euro per le famiglie sulla base di una previsione allarmante: la spesa costerà in media 665 euro in più su base annua, si apprende su Il Mattino.
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Rincaro dei prezzi nel settore alimentare: la classifica dei prodotti più costosi
Diverse dunque le associazioni dei consumatori atte a proseguire verso una mobilitazione in tal senso, portando avanti proposte per misure di sostegno, tra bonus appunto, e taglio dell’Iva ovvero quella “misura indispensabile per abbattere i listini al dettaglio e alleggerire la spesa delle famiglie”, informa Consumerismo.
Una misura che apporterebbe inoltre anche “effetti positivi diretti sulla spesa di bar, ristoranti, hotel, strutture ricettive e attività varie, e di conseguenza sui listini al pubblico di una moltitudine di servizi con un effetto calmierante sull’inflazione”. Riguardo la classifica dei prodotti alimentari più costosi, gli italiani dovranno fare i conti con questi dati.
Il burro con un +38,1%, mentre il costo del riso sale del 26,4%, la farina di oltre il 24%, la pasta aumenta del 21,6%. Lo zucchero segna aumenti del 18,4%, i gelati del 18,2%. Aumento dei prezzi anche per vegetali che registrano un +16,7%, seguiti da uova (+16,6%) e pollame (+16,5%). Il latte fresco parzialmente scremato costa il 15,3% in più, il pane il 14,6% e, con la carenza di anidride carbonica, le acque minerali il 12,9%. L’olio di semi registra un aumento del 60,5%, arrivando ad avere un costo quasi uguale a quello dell’olio extravergine d’oliva.