Sondaggi, boom Lega: al Nord-Est è al 48%. E supera il 22% al Sud
La Lega non si chiamerà più “Lega Nord”, Alberto da Giussano sembra un ricordo del passato e il verde non colora più i prati di Pontida.
Eppure da quando è iniziata da rivoluzione salviniana del partito è proprio qui che la Lega ha raggiunto il suo massimo storico. Consensi che ai tempi di Bossi e soci il Carroccio si sognava soltanto.
Le rivelazioni di Ipsos per il Corriere della Sera non lasciano molti margini di ragionamento. Salvini cresce ovunque nel Paese, raccoglie consensi nonostante la manovra. E al tempo stesso il collega grillino, Di Maio, soffre su tutto lo stivale: perde punti percentuali a sud (-2,9%), al Centro-Nord (-5,1%) e in tutto Nord, con il massimo a -6,8% nel Nord-Est.
Non è un caso. Il Def e la manovra che verrà hanno sì una forte impronta grillina, ma l’alto deficit e il reddito di cittadinanza non hanno convinto imprenditori e ceto medio. E visto che – volenti o nolenti – il governo gialloverde esiste e bisogna farci i conti, pare che gli italiani abbiano deciso di affidarsi alle mani (più) esperte dei leghisti e alle loro idee su pensioni e “quota 100”. Giorgetti e Salvini in materia economica appaiono più moderati dei colleghi di governo, tanto da spingere il capo di Confindustria Boccia a dire apertamente che “crediamo nella Lega”. Una sorta di endorsment.
Non è dunque un caso se nel Nord-Ovest il Carroccio rispetto alle ultime elezioni politiche registra una crescita in termini di consenso del 17,5%, nel Nord-Est del 19% e al Centro Sud del 16%. In termini assoluti sembra quasi un plebiscito, almeno sopra il Po. Nel Nord-Est la Lega sfiora la maggioranza assoluta con il 48,4%, al Sud arriva addirittura al 22,2% e al Centro-Sud è al 24,4%. Altro che “Roma ladrona”.
Se invece si guarda al dato nazionale, le rivelazioni di Ipsos non si discostano molto da quanto emerso nei precedenti sondaggi. Se la Lega è il primo partito con il 33,8% dei consensi (+16,55%), il M5S lo segue con il 28,5% (-4,1%). Il Pd invece resta fermo al 17,1%, con un calo dell’1,6% rispetto alle elezioni, e Forza Italia tocca il 7,8%. Il centrodestra unito è al 44,6%: se si andasse oggi alle urne con la stessa squadra delle scorse politiche, avrebbe la maggioranza dei seggi in Parlamento.