Due milioni e mezzo trovati nel frigorifero. La scoperta choc: di chi sono tutti quei soldi
Due milioni e mezzo nascosti nel frigorifero. È il risultato di un maxi sequestro compiuto dai carabinieri del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo di Lecce insieme ai colleghi della stazione di Galatina e alle unità cinofile di Modugno a Lecce. Come riporta Repubblica, all’interno di un congelatore non collegato alla corrente, i militari dell’Arma hanno trovato un borsone chiuso con due lucchetti all’interno del quale erano nascosti degli involucri col denaro.
Durante la perquisizione, in un secondo congelatore, sono saltato fuori altri due bustoni di spazzatura con un trolley da viaggio e un altro borsone. Anche in questo caso, una volta aperti, i carabinieri hanno trovato un grosso quantitativo di denaro, sulla cui provenienza sono state avviate delle indagini.
Due milioni e mezzo nel frigo: sequestro al clan nel Salento
Il sequestro è stato per un totale di due milioni e mezzo di euro. Nel trolley, dove c’era un’etichetta con scritto 450 sono stati trovato 11 involucri contenenti ognuno diverse mazzette per 415mila e 50 euro. Nel borsone, invece, erano stati occultati ben 879mila e 400 euro. Sempre secondo Repubblica, che ha riportato la notizia, i carabinieri potrebbero aver messo le mani sul tesoro del clan Coluccia.
Il sequestro dei due milioni e mezzo (per la precisione due milioni e 600 mila euro) è stato fatto all’interno dell’abitazione di un parente legato ai vertici della potente organizzazione mafiosa che ha la sua roccaforte tra i comuni di Noha e Galatina. Si tratta di A.C., un 76enne del posto. I militari, convinti di mettere le mani su armi, materiale esplodente e munizioni, si sono trovati davanti un vero e proprio tesoretto.
Il denaro sequestrato (due milioni e mezzo di euro) è stato depositato su Fondo Unico Giustizia. Ora spetterà agli inquirenti capire la provenienza dei soldi, uno dei sequestri di soldi più grossi compiuti in Salento, e se c’è un collegamento reale con i Coluccia. Il ritrovamento è stato possibile grazie alle dichiarazioni di Dino Coluccia, che ha deciso di collaborare con la giustizia alla fine di giugno inviando una nota alla Procura di Lecce.