“Vergogna”. Alessandra Matteuzzi, uccisa dal compagno calciatore: l’orrore scoperto dopo la morte
Alessandra Matteuzzi è la donna di 56 anni vittima di un femminicidio a Bologna. È stata uccisa a martellate martedì 23 agosto, in via dell’Arcoveggio, periferia del capoluogo emiliano. In carcere con l’accusa di aver ucciso la donna è rinchiuso Giovanni Padovani, 27 anni, ex calciatore ed ex fidanzato di Alessandra Matteuzzi. Il giovane è stato arrestato la sera stessa del femminicidio dopo aver brutalmente ucciso anche a martellate la ex compagna sotto casa sua a Bologna. Il 27enne era stato già denunciato dalla vittima per stalking.
È stata la sorella di Alessandra Matteuzzi a raccontare gli ultimi istanti di vita della 56enne: “È scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto”. Continua la donna: “Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l’ha massacrata di botte”.
Alessandra Matteuzzi, insulti sui social dopo la sua morte
Al Tgr Rai Emilia Romagna, la donna in lacrime ha poi continuato: “C’era stata una denuncia e anche delle integrazioni, erano stati sentiti dei testimoni e nominato un pm. Hanno avuto una frequentazione a distanza, perché lui faceva il calciatore in Sicilia, quindi si sono visti poche volte – ha aggiunto la sorella della vittima – era poco più di un anno che si conoscevano”.
L’avvocato della famiglia di Alessandra Matteuzzi ha annunciato di voler sporgere denuncia querela contro gli autori di pesanti insulti a mezzo social contro la donna vittima di femminicidio per mano del suo ex fidanzato Giovanni Padovani che la perseguitava da tempo dopo la fine del loro rapporto. “Sono tanti, ma siamo pronti a individuarli uno a uno”. Gli hater hanno commentato in modo aggressivo e violento l’aspetto fisico della donna, il suo modo di vestire e il divario di età con il compagno. Accuse che hanno sconvolto la famiglia della 56enne che ha deciso di procedere legalmente.
Secondo quanto riportato da il Resto del Carlino, i reati ipotizzati sono diffamazione e, in alcuni casi, incitamento all’odio. “In generale, ci vorrebbe rispetto per chi non c’è più, ma bisogna che le persone comprendano anche che non ci si può comportare sui social come se ci si trovasse in un saloon del Far West e che dovranno rispondere delle loro azioni, cui come sempre corrisponde una reazione adeguata”, ha spiegato l’avvocato Chiara Rinaldi che rappresenta la famiglia di Alessandra.