SVOLTA SUL CASO SARAH SCAZZI: LA NOTIZIA È GIUNTA POCO FA
Sono passati quasi 12 anni dalla terribile storia che riguarda il delitto di Avetrana, in cui ha perso la vita la 15enne Sarah Scazzi. Un omicidio, il suo, consumatosi il 26 agosto 2010 nella piccola cittadina di Avetrana, in provincia di Taranto, con l’annuncio del ritrovamento del cadavere, avvenuto in diretta a Chi l’ha visto, dove era ospite, in collegamento, la madre di Sarah, Concetta Serrano Spagnolo.
Il corpo fu ritrovato in un pozzo e da lì fu tutto un susseguirsi di ipotesi e depistaggi, fino al 27 febbraio del 2017, giorno in cui la Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente la cugina e la zia della 15enne uccisa, con l’accusa di concorso in omicidio. A Michele Misseri, papà di Sabrina, invece, sono stati inflitti 8 anni per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.
LA SVOLTA
A quasi 12 anni dal delitto, si profila all’orizzonte una svolta, un colpo di scena. La Corte di Strasburgo, infatti, ha ritenuto ammissibile il ricorso per “violazione dei diritti della difesa” presentato dai legali di Sabrina Misseri, che ora puntano alla riapertura del caso.
Queste le parole di Nicola Marseglia, difensore di Sabrina Misseri: “Questo processo non dico che è un unicum, però ha assunto i caratteri dell’eccezionalità. Prendendo spunto da alcuni passaggi paradossali di questa vicenda si possono prospettare argomenti che possono valere anche al di là del caso specifico”. Il difensore di Sabrina Misseri ha contestato il modus operandi degli operatori di giustizia che avrebbe portato “ad una serie di cattive applicazioni della legge prima processuale e poi sostanziale”.
La strategia dell’avvocato di Sabrina Misseri per arrivare al ricorso, si basa sulla figura di Michele Misseri; il primo a dare gli indizi sul delitto, che rivelò dove si trovava il cellulare di Sarah ma anche dove giaceva il corpo della vittima. All’inizio Michele si dichiarò colpevole dell’omicidio, per poi cambiare versione, dicendo che la vera colpevole era la figlia Sabrina e che lui stava tentando di proteggerla.
Il metodo erroneo degli investigatori, secondo l’avvocato, consiste nel “tirare fuori da Michele Misseri tutto quello che si può. Blandendolo e portandolo per mano, tra l’altro è stato provato e straprovato che è una persona che uno la prende per mano e la porta dove vuole. E allora tra quello che dice Michele Misseri e quella che è la convinzione, il pregiudizio degli investigatori si innesta un circuito abbastanza drammatico che ha prodotto la serie di contraddizioni profonde che hanno connotato tutta la fase delle indagini preliminari”.
Ora suonano forti le parole di Valentina Misseri, in un ‘intervista rilasciata, tempo fa, al The Post Internazionale. Parlando di clamoroso errore giudiziario, la figlia di Michele Misseri è convinta che il vero colpevole dell’omicidio sia proprio il padre, descritto dai media come pezzo di pane, vessato dalle arpie di casa. “Sono certa sia stato mio padre a uccidere mia cugina. Quel pomeriggio secondo me Sarah è scesa in garage per non suonare, perché mia madre a quell’ora dormiva. Lui ci ha provato, lei lo ha respinto con un calcio e papà ha perso la testa“...queste le parole rilasciate da Valentina.