ELENA DEL POZZO, LE ULTIME PAROLE PRIMA DI MORIRE: LA NOTIZIA METTE I BRIVIDI
Le indagini attorno alla morte della piccola Elena Del Pozzo proseguono senza sosta per cercare di ricostruire, con dovizia di particolari, gli ultimi istanti di vita della bambina, la cui morte, per mano della madre reo confessa, ha sconvolto l’Italia intera.
Ci troviamo dinnanzi ad un caso difficile, pieno di dubbi, contraddizioni, “non ricordo” , bugie, tentativi di depistaggio e tutto questo non fa che complicare il lavoro sovraumano di chi si sta occupando dell’accaduto. Nel frattempo, ora dopo ora, emergono sempre più sconvolgenti dettagli.
“L’ho accoltellata nel campo e l’ho fatto da sola”. Queste le secche parole pronunciate ieri da Martina Patti dinnanzi al gip, nell’interrogatorio di garanzia in cui è stato convalidato il fermo. La mamma killer di Mascalucia resta in carcere e su di lei pendono reati pesantissimi.
La Patti, stando ai primi risultati dell‘esame autoptico, avrebbe colpito la bimba con 11 fendenti, alla schiena, al collo, all’orecchio, ed è in quel campo incolto che Elena è stata ritrovata, martoriata e seminuda, su indicazione della stessa, dai carabinieri.
Parliamo di quella bambina che, solo poche ore prima, era stata prelevata da scuola da sua madre, alla quale era andata incontro, abbracciandola. Parliamo di Elena che, a casa, fa merenda con un budino, mentre guarda i cartoni animati al cellulare della mamma. Questi sono gli ultimi frame e le ultime immagini della piccola viva. Tutto quello che è accaduto dopo è da ricostruire, tassello dopo tassello.
Il caso di Elena Del Pozzo ha sconvolto l’opinione pubblica. Quello che si credeva essere stato un sequestro, un rapimento da parte di 3 uomini incappucciati, di cui uno armato, si è rivelato uno dei peggiori casi di cronaca nera. La versione di Martina, 23enne casalinga, specializzanda in scienze infermieristiche, non ha mai convinto gli inquirenti e le forze dell’ordine.
Un interrogatorio pressante, protrattosi per tutta la notte, poi un altro, l’hanno messa alle strette e lei, sentendosi con le spalle al muro, ha prima fatto ritrovare il corpicino della figlia, per poi ammettere di averla uccisa. 11 fendenti, di cui uno fatale, non sono bastati ad uccidere Elena nell’immediatezza. Ma prima di arrivare a questo, ricostruiamo le ultime parole che la madre assassina avrebbe detto alla piccola. La donna è andata a prenderla un’ora prima dall’asilo, l’ha portata a casa, per poi convincerla ad uscire di nuovo. Dicendole cosa? Che sarebbero andate a giocare in un campo; il campo di Mascalucia, a pochi metri da casa, in cui verrà ritrovata cadavere.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, lunedì, verso le 14,30, come immortalato dalla telecamera puntata sulla villetta, Martina sarebbe uscita con la Fiat 500 assieme ad Elena, con nel bagagliaio le armi del delitto: una pala, una zappa, un coltello da cucina e cinque sacchi neri della spazzatura, dove ha disposto il corpo della bambina.
Una volta arrivate, Martina avrebbe infilato la bimba dentro a una delle buste della spazzatura e avrebbe iniziato a colpirla con il coltello e, forse, anche con una zappa, utilizzando il lato con le due punte acuminate. Successivamente avrebbe scavato una buca, rivelatasi troppo piccola per contenere il corpo della bambina e così avrebbe infierito sulla piccola per infilarla dentro, spezzandole il collo. La speranza degli inquirenti è che Elena sia stata quanto meno sedata ma lo sapremo solo dall’esito degli esami tossicologici.
Gli inquirenti, intanto, sottolineano: “Quella donna ha agito con lucida freddezza. I colpi sono stati inferti con un’arma compatibile con un coltello da cucina. E sono più di undici. Uno solo è stato letale, perché ha reciso i vasi dell’arteria succlavia, ma la morte non è stata immediata. Il decesso è intervenuto dopo più di un’ora dal pasto che la bimba aveva consumato a scuola intorno alle 13″.