Trovati gli imbrattatori del Leoncino. Sono quattro studenti di Belle Arti
Già beccati (e denunciati) i vandali che alle 4 di sabato notte hanno imbrattato con la vernice rossa uno dei leoncini di piazza San Marco a Venezia.
Si tratta di tre studenti universitari, pare non veneziani, ritenuti anche colpevoli di aver danneggiato il selciato e alcuni gradini di un piccolo ponte, tratteggiando, con la stessa vernice rossa, il disegno di un bambino con in mano due palloncini e sopra la scritta: «Mi state uccidendo». Al vaglio degli inquirenti la posizione di una quarta persona, ripresa dalle telecamere di videosorveglianza. Via twitter la soddisfazione del sindaco Luigi Brugnaro: «La Città non chiede vendetta ma un giusto risarcimento, magari con dei lavori sociali pubblici davanti a tutti».
Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, si complimenta con i carabinieri: «E bravi i carabinieri che hanno fatto presto e bene. Era molto significativo assicurare alla giustizia questi quattro incivili, perché Venezia è unica al mondo e merita un rispetto di pari importanza». «Meritano una punizione severa – aggiunge Zaia – che sia il massimo consentito dalla legge, ma anche di essere esposti in qualche modo al pubblico ludibrio, perché abbiano modo di vergognarsi al punto giusto per quello che hanno fatto». La caccia ai quattro, «due uomini e due donne» era stata comunicata via twitter dal sindaco Brugnaro che con l’hashtag #VeneziaNonSiTocca, aveva espresso l’intento: «Troviamoli per punirli e metterli a ripulire la città davanti a tutti!».
Dopo i «turisti cafoni» che usano gli spazi del centro storico lagunare come fossero in spiaggia, si ripropone dunque il problema della tutela fisica dei suoi monumenti. Non è la prima volta, naturalmente, che Venezia fa i conti con gli irresponsabili della bomboletta spray: nell’estate del 2010 fu un altro simbolo della città a subire i danni dei writer. Qualcuno prese di mira la colonna marciana di piazza San Marco, vergando sull’antica pietra in granito violetto la scritta rossa «Berlin». Fu necessario un delicato e complesso restauro, eseguito con tecnica mista (usando il vapore per togliere la vernice acrilica e togliendo le tracce residue di colore con impacchi localizzati di sverniciatore neutro), ma la colonna marciana tornò al suo splendore. Niente vernice spray, ma uguale spregio di un gioiello d’arte come Palazzo Ducale quattro anni fa, nel luglio del 2014, quando un giovane turista straniero riuscì ad arrampicarsi di notte, senza essere fermato da nessuno, sui marmi e i «merletti» gotici del monumento in piazza San Marco. Una scalata che fu testimoniata solo dagli scatti fotografici del climber-vandalo finiti poi sui social network.
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