“Pattuglioni” sui treni e al bosco di Rogoredo
Un intervento «massiccio e risolutivo» al boschetto di Rogoredo, «un’oasi di illegalità, io e Beppe Sala possiamo vederla in maniera diversa su tante cose ma condividiamo l’idea che i nostri ragazzi non vadano in giro con l’elmetto».
E «pattuglioni» sulle linee di Trenord più a rischio, «richiesta sollecitata dal governatore Attilio Fontana». Matteo Salvini arriva (con mezz’ora d’anticipo) ieri mattina in prefettura per presiedere il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Ha ascoltato per un’ora vertici delle forze dell’ordine, sindaco, governatore (presenti anche anche gli assessori comunali Anna Scavuzzo e Pierfrancesco Majorino e il regionale Stefano Bolognini). Il ministro dell’Interno al termine prende atto che in città si registra un calo dei reati dell’8,7% ma ha il segno più lo spaccio, anche per i prezzi low cost di cocaina ed eroina ed è calata l’età media di primo approccio alla droga. «Sala mi ha rappresentato le criticità legate allo spaccio – spiega -, abbiamo approvato l’adesione di Milano all’iniziativa Scuole sicure per rafforzare i controlli davanti agli istituti. E serve un intervento risolutivo a Rogoredo, quando il Comune presenterà un piano di intervento e riqualificazione il ministero metterà le forze a disposizione». Il sindaco a porte chiuse ha chiesto di aggredire il fenomeno alla base, colpendo il narcotraffico. Il secondo capitolo sono appunto le linee Trenord dove continuano a verificarsi aggressioni a personale e passeggeri, «attendo dalla Regione l’elenco delle 3-4 situazioni più pericolose, garantiremo passeggeri e lavoratori» dice Salvini. Fontana stringe i tempi: «Parlerò con i vertici di Trenord e invieremo a breve la lista di linee e orari più problematici».
Sul tavolo il decreto Sicurezza che dovrebbe dare una stretta su occupazioni, infiltrazioni mafiose, finti profughi. Partendo dal fondo, Salvini conferma entro l’anno la riapertura del Centro per i rimpatri in via Corelli. Ora è centro di accoglienza ma «non sarà un problema riallocare gli ospiti nelle altre strutture, grazie alla stretta sugli sbarchi il prefetto e i sindaci del Milanese avevano dovuto gestire nel 2017 più di 3.300 richiedenti asilo e quest’anno siamo fermi a 390». A chi gli chiede se come effetto del decreto c’è il rischio di avere più migranti per le strade, a ingrossare il numero dei senzatetto, Salvini chiarisce che «non posso mantenere migliaia di persone a sbafo degli italiani, è la legge, ma non penso che ci saranno migliaia di bivaccanti a Milano perchè saremo più efficaci coi rimpatri grazie al Cpr in Corelli. E sono in aumento i rimpatri assistiti». Sala sottolinea che «se i numeri dei rimpatri non si moltiplicano il sistema non tiene». Il decreto potenzia la lotta alla mafia, «Milano e la Lombardia sono tra le più a rischio dalle infiltrazioni ma già oggi abbiamo confiscato più di 350 immobili tra cui 328 aziende». Sui campi rom «obiettivo comune è la chiusura nel medio termine». Il ministro leghista punta ad accelerare gli sgomberi di centri sociali e case pubbliche e private occupate. Il sindaco frena gli annunci: «Chiaro che sono situazioni di illegalità da contrastare ma prima di sgomberare gli alloggi devo capire dove vanno a finire gli occupanti, i milanesi non vogliono vedere persone che dormono in strada o in auto». E c’è una gag Sala-Salvini quando il ministro parla di città «vivace e cosmopolita». «Me la segno» provoca il sindaco prendendola come un’apertura all’integrazione degli immigrati. Provocazione per provocazione, il leader leghista precisa che «a Milano vogliamo tanti svizzeri o neozelandesi».