“Ecco come sono costretto a vivere”. Enzo Paolo Turchi si dispera a Storie Italiane
Il dramma di Enzo Paolo Turchi che torna in tv, a Storie Italiane, per raccontare la sua situazione non facile. La sua è la storia di un lavoratore nel mondo dello spettacolo, di un ballerino, che ha lavorato per oltre 50 anni e che continua a lavorare e che si ritrova una pensione da 720 euro mensili: “Se hai un ginocchio che non funziona più non lavori più e non mangi più, è un lavoro un po’ particolare, chi ti chiama come ballerino se c’hai il bastone?”. 720 sono troppo pochi, dice lui, anche se ammette di non avere problemi economici attualmente: “Io che posso dare voce a questa situazione lo faccio, lascio la mia testimonianza.
Noi non abbiamo dei disagi, noi viviamo bene perché lavoriamo e siamo ancora richiesti”. Non è di certo l’unico che parla di questa problematica: sono infatti sempre più di frequenti i personaggi del mondo dello spettacolo che parlano in tv dei propri problemi economici o di situazioni lontane da quelle agiate che il pubblico potrebbe immaginare per loro. Continua a leggere dopo la foto
Recentemente è successo, solo per citare il caso più fresco, con Sandra Milo e ora tocca a Enzo Paolo Turchi. Il coreografo e marito di Carmen Russo già ospite di Dritto e rovescio su Rete 4 a giugno aveva spiegato: “Io quest’anno festeggio 60 anni di carriera, ho iniziato che avevo 8 anni, studiavo al San Carlo di Napoli, mi sono diplomato, sono diventato primo ballerino […] Dopo 50 anni sono andato in pensione, e prendo 720 euro al mese di pensione”. Continua a leggere dopo la foto
“Tanti ballerini, anche quelli che non conoscevo, mi hanno chiamato ringraziandomi perché finalmente qualcuno parla della categoria” spiega a Eleonora Daniele a Storie Italiane “Questo è il mio obbiettivo anche per i giovani perché un ballerino giovane adesso tra 20-30 anni cosa si trova? Una nostra amica, che conoscete tutti, una cantante che ha condotto anche programmi tv, lei prende 280 euro di pensione e si trova davvero in difficoltà”. Continua a leggere dopo la foto
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“È una offesa – continua – ad una persona che ha lavorato 45-50 anni, qualunque lavoro abbia fatto, prendere 500 euro al mese. Ho iniziato a versare i contributi al San Carlo di Napoli nel 1966. Finora ho sempre lavorato. Ho versato tanto perché le mie paghe grazie a Dio erano molto alte. E mi trovo con 720 euro di pensione. Questo non riesco a capire” spiega Enzo Paolo Turchi.