Liberare Tiraspol, ecco perché ora la Russia minaccia la Moldavia
Liberare Tiraspol secondo la distorta dottrina Medvedev per cui ovunque c’è un russo deve esserci legge russa, ecco perché ora la Russia minaccia la Moldavia. L’obiettivo di Vladimir Putin è la Transnistria filorussa che sarebbe un’ottima base per chiudere sul Donbass e che rappresenta un territorio su cui Chisinau però accampa diritti da quando quella sottile striscia di terra si autoproclamò indipendente dalla Moldavia.
Ed è esattamente per questo motivo che quest’ultimo stato si sente fortemente minacciato e preme per entrare in Europa.
Perché la Russia minaccia la Moldavia
Che Mosca non punti solo al Donbass nella sua fase 2 lo ha fatto intendere durante una conferenza il vice comandante in carica del distretto militare centrale di Mosca, Rustam Minnekayev. Il casus belli c’è tutto: la decisione della Moldavia di vietare l’esposizione del “nastro di San Giorgio” arancione e nero e di altri simboli militari russi.
Nell’aria c’è una possibile espansione fino ad Odessa e da qui in un altro Stato ex sovietico, la Moldavia.
La “chiave” per Chisinau è Tiraspol
E il grimaldello sarebbe quel pezzo di Moldavia che moldava non vuole esserlo più da anni, la Transnistria. Si tratta di un “non stato”, di una piccola enclave separatista, con capitale Tiraspol, non riconosciuta da nessuna delle nazioni dell’Onu. Il “paese” era sorto dopo un’insurrezione armata avvenuta dopo la caduta dell’Unione sovietica nel 1992.
In Transistria arrivano da sempre aiuti russi e ci sono soldati russi su un territorio che è russofilo al 90%. Oggi di militari di Mosca lì ce ne sono circa 1700: arrivarono come contingente di pace ma non andarono più via.