Ivan Fedorov, il sindaco rapito dai russi: “Un sacco in testa e via”. Il racconto sconvolge Gianluigi Nuzzi: “Come mi hanno ridotto”
“Mi hanno messo un sacco sulla testa e mi hanno portato via”: un racconto choc quello fatto da Ivan Fedorov, sindaco di Melitopol, rapito dai soldati russi e messo in prigione, in arresto preventivo, per sei giorni. L’uomo ha parlato in esclusiva a Quarto Grado, il programma condotto da Gianluigi Nuzzi su Rete 4. In particolare ha spiegato: “Sono arrivati nel mio ufficio, armati dalla testa ai piedi, mi hanno letto un ordine di arresto e mi hanno detto ‘ti mettiamo in carcere perché finanzi i nazionalisti’”.
Fedorov, poi, ha puntualizzato che non ci sarebbe stata alcuna violenza nei suoi confronti. Almeno non a livello fisico. Scendendo nei dettagli, ha detto: “Non mi hanno picchiato, ma c’era una tensione forte. Non serve la violenza fisica, quando c’è quella psicologica”. E poi il dramma totale: “Ero completamente isolato dal mondo”.
Come mai è stato rapito il primo cittadino di Melitopol? Stando alla sua versione, a far arrabbiare i russi sarebbe stata l’organizzazione da parte sua di una serie di proteste per nulla gradite. “Partecipavano duemila-tremila persone. Ci puntavano i cannoni contro, ma noi non avevamo paura”, ha ricordato il sindaco. Alla fine, comunque, l’esercito russo ha liberato Ivan Fedorov, in cambio di nove coscritti russi presi come prigionieri dalle forze armate ucraine nel corso di vari scontri.