MAI STATO POSITIVO? UNA SCOPERTA ITALIANA MOSTRA RISULTATI SCONCERTANTI
In questi due anni segnati dalla pandemia di Covid-19 abbiamo conosciuto un nuovo tipo di coronavirus, ovvero il Sars-CoV-2. Un patogeno particolarmente contagioso, che ha sconvolto le nostre vite. Per la prima volta nella nostra vita ci siamo trovati difronte a qualcosa di mai visto prima. Abbiamo passato dei mesi chiusi in casa, in lockdown, questo per proteggerci da qualcosa di invisibile, che non si riusciva a vedere o percepire.
Con il passare dei mesi la situazione si è andata sempre più ad aggravare, con il Covid che ha continuato a correre fino all’arrivo dei vaccini. Nonostante ci sia stata una quarta ondata piuttosto potente, i vaccini hanno tenuto sotto controllo la situazione, e non si è assolutamente verificato il disastro del 2020. Ma oggi è appunto una nuova scoperta che ci fa capire ancora di più come Covid-19 non sia soltanto una semplice influenza, ma qualcosa di molto più pesante.
COSA SI È SCOPERTO
Questo studio che vi stiamo per illustrare porta la firma di ricercatori italiani. Sempre di più gli scienziati stanno imparando infatti a riconoscere questa malattia. La notizia in questione è stata riportata anche da SkyTg24, una delle principali testate giornalistiche della nostra nazione, che ogni giorno effettua numerosi approfondimenti sulla questione pandemia.
Secondo il lavoro di ricerca coordinato da Arianna Di Stadio, professore associato di Otorinolaringoiatria presso l’Università di Catania, si evince come molti pazienti che hanno avuto il Covid, anche in maniera asintomatica, presentano a distanza di tempo sintomi quali anosmia, la classica perdita di olfatto caratteristica del Covid, iposmia, cioè riduzione dell’olfatto e parosmia, la disfunzione dell’olfatto.
Ben il 50% dei pazienti su un totale di 152 persone sottoposte allo studio ha mostrato sintomi a lunga distanza, in particolare assenza di olfatto. La cefalea e la confusione mentale sono altri due sintomi riscontrati nei pazienti affetti dalla Long Covid. Lo studio ha coinvolto anche ricercatori dell’Università del Michigan e della Wayne State University di Detroit. I ricercatori sono arrivati a concludere che cefalea e coinvolgimento cognitivo, nei pazienti con Long Covid, sono associate a forme di deficit olfattivo più severe.