“In protesta anche per avere Sky”. Così i migranti sbugiardano i buonisti
Volevate sapere se la notizia dei richiedenti asilo che avevano chiesto Sky a Vicenza era vera? Ve lo raccontiamo noi.
Qualcuno ci aveva detto che siccome non aveva “un cazzo da fare” – e citiamo testuali parole – si era informato sulla questione degli asilanti che il mese scorso avevano chiesto Sky e aveva detto che era una bufala.
Allora siccome noi da fare ne abbiamo altrettanto, siamo andati alla fonte. Siamo andati al centro accoglienza San Paolo, di via Carducci 21, gestito dalla cooperativa Cosep, e abbiamo parlato con gli asilanti stessi. Che ci hanno confermato che durante quelle proteste avevano richiesto Sky. E non solo: abbiamo anche scoperto che proprio in quel centro, in realtà, un abbonamento al satellitare c’era già, ma il 19 luglio scorso ne è stata data disdetta.
Andiamo con ordine. Tutto inizia la sera del 3 agosto, quando nel centro accoglienza una ventina di richiedenti asilo inizia ad animarsi. La protesta, come riporta Il Giornale di Vicenzafa richiedere l’intervento di alcuni poliziotti in borghese per calmare gli animi. Gli asilanti chiedevano condizioni più dignitose, carta d’identità, documenti, cibo migliore e anche Sky. Il 6 agosto una quindicina di nigeriani ospiti del centro e sub sahariani si recano in questura con una lista di richieste. I portavoce degli asilanti si lamentano per il cibo, per la carta d’identità e tra le pretese compare quella di avere Sky per guardare le partite di calcio. La questione dopo qualche giorno esce allo scoperto e viene pubblicata dalla stampa locale e su Il Giornale. Ma già la sera i benpensanti si fanno sentire.
“Siccome non ho un cazzo da fare – scrive su Facebook Fabio Butera, giornalista de Le Iene e Repubblica che sul social si fa chiamare Pha Bioh – dopo aver letto questa notizia ho chiamato la questura di Vicenza per avere informazioni sulla vicenda presentandomi come giornalista”. Butera sostiene di aver chiamato poi anche la prefettura che ha negato che i richiedenti asilo avessero richiesto Sky e che il giornalista del Gdv (Giornale di Vicenza) gli aveva detto di non aver potuto sentire i migranti stessi per mancanza di tempo. Anzi, Butera si era anche dilettato a dare consigli di buon giornalismo tipo premurarsi “di sentire anche i protagonisti della vicenda (i richiedenti asilo)”, quando nemmeno lui li aveva sentiti.
Apriti cielo. Sui social la notizia viene classificata come bufala e a ruota viene smentita anche da Corriere e Fatto. Qualcuno parla anche di esempio perfetto di cattivo giornalismo. Cioè in sostanza i migranti si sarebbero effettivamente presentati in questura, ma tra le loro richieste non c’erano né aria condizionata, né abbonamento a Sky. Nel frattempo però sul Gdv viene confermata la notizia. Secondo il quotidiano locale un dossier era stato inviato dalla cooperativa alla questura, dove si fa riferimento anche alle richieste Sky avanzate dagli asilanti. I giorni però passano e intanto il tarlo che sia una bufala è stato messo.
E arriva settembre. E noi andiamo nel centro accoglienza e a questo punto parliamo con i migranti stessi (guarda il video). “Voi durante la protesta avete chiesto Sky?”. “Sì sì”, ci confermano. Anzi non solo, ci dicono che dentro al centro accoglienza, qui in via Carducci 21, potevano anche guardare le partite. E infatti, fonti interne alla cooperativa ci fanno sapere che un abbonamento a Sky in quel centro accoglienza c’era già, ma che il 19 luglio scorso, probabilmente a causa di un possibile trasferimento, era stata inviata una disdetta di abbonamento a mezzo pec. Non solo.
C’è da dire che già ad agosto avevamo anche chiamato la questura di Vicenza, che con noi non ha mai smentito la notizia, limitandosi a dire che la questura non interviene nel merito delle richieste avanzate dagli asilanti. E una fonte del Giornale.it ha confermato i fatti: “Assolutamente sì, la protesta c’è stata perché io ho parlato con i colleghi che mi hanno raccontato tutto. Quel mattino del 6 agosto una funzionaria della prefettura è andata al centro San Paolo per parlare con i profughi. Fatte le loro richieste questi si sono chetati. Almeno sembrava e invece alle 14.30 una delegazione di richiedenti asilo si è presentata in questura rivendicando le proprie richieste. Principalmente hanno chiesto: i documenti e si sono lamentati del cibo. Poi a questo hanno aggiunto: abbonamento Sky e aria condizionata. E lo so per certo”.
Il Giornale di Vicenza aveva anche pubblicato un comunicato sindacale dove Gdv e comitato di redazione esprimevano solidarietà al giornalista colpevole solo di aver fatto il proprio lavoro con cui ribadivano la fondatezza della notizia: “La conferma è arrivata ieri dal fascicolo aperto in procura anche sulle richieste dei migranti compresa la visione delle trasmissioni Sky”. Le verifiche “non sono state fatte in modo approfondito proprio da chi ha criticato in modo ingiustificato l’operato del Gdv”.
A confermare la storia è anche Mauro Armelao segretario regionale Ugl Fsp Polizia di Stato. “C’ è stata una protesta e all’interno delle lamentele qualche richiedente asilo ha chiesto di avere Sky. Ma loro non sono nuovi a richieste simili, a Chioggia una sera di Pasqua avevano protestato perché volevano pollo e patatine fritte”. E in un comune del veneziano un sindaco si è sentito perfino chiedere le scarpe, rigorosamente Nike. Insomma sul caso vicentino è uscito di tutto e di più. Tutti hanno telefonato in questura. Tutti in procura. Ma nessuno di quelli che smentiscono si è preoccupato di chiamare i poliziotti o sentire gli asilanti stessi. Quando alla fine bastava sentire chi alla manifestazione c’era stato.
IL GIORNALE.IT