ITALIA, SCIOPERO DEI MEDICI DI BASE NEI GIORNI 1 E 2 MARZO
Ogni tanto nel nostro Paese alcune categorie di lavoratori protestano per far valere i loro diritti. Gli scioperi vengono organizzati proprio per questo, in quanto in queste occasioni i lavoratori portano all’attenzione delle autorità nostrane problemi di svariata natura che possono sorgere all’interno delle categorie. Può accadere ad esempio agli autotrasportatori, come agli operai. Ma anche nei posti dove vi sono incarichi pubblici possono verificarsi delle situazioni di criticità che necessitano di essere risolti.
Nel prossimo mese di marzo, che comincerà domani, sono previsti numerosi scioperi di diverse categorie di lavoratori. Il mese in questione, nelle giornate dell’1 e del 2 marzo vedrà incrociare le braccia ai medici di base. Questo si tradurrà sicuramente in diversi disagi per la popolazione, che non potrà quindi recarsi negli ambulatori per prenotare visite o per farsi assegnare ricette. La protesta dei medici di base prende il via per motivi ben precisi.
Innanzitutto bisogna dire che lo sciopero dei medici di base è stato indetto dalle sigle sindacale SMI e SIMET. Non solo. Per la giornata del 2 marzo prossimo è prevista anche una manifestazione a Roma nei pressi della sede del Ministero della Salute, manifestazione che durerà dalle 9:00 alle 13:00.
I medici di base protestano per i carichi di lavoro insostenibili e la mancanza di tutele per la categoria. In questo periodo si sono verificati diversi episodi di cronaca che hanno fatto riflettere l’opinione pubblica, come il terribile incidente stradale costato la vita ad una giovane infermiera in provincia di Brindisi.
La ragazza aveva finito di lavorare per due notti consecutive in una clinica di Ceglie Messapica e stava tornando a casa, a San Vito dei Normanni. “Ci accusano costantemente di essere fannulloni, ma non è così: noi medici di base non abbiamo nessun tipo di ristoro. Se si ammala un mio collega dell’ospedale è assicurato con l’Inail, noi invece non abbiamo nessuna tutela. E, oltre al superlavoro, non ci sono neanche ferie garantite” – così ha spiegato Giovanbattista Oliva, rappresentante dello SMI di Varese.