Cosa succederebbe al mondo se la Russia vincesse la guerra in Ucraina
Su cosa succederebbe al mondo se la Russia vincesse la guerra in Ucraina si stanno interrogando gli esperti in geopolitica e praticamente tutti i governi occidentali, in primis quello degli Stati Uniti. Questo perché lo scenario disegna di fatto e con altissima probabilità fattuale un nuovo quadro mondiale e nuovi rapporti di forza.
E come spiega il Corsera la domanda è molto urgente negli uffici governativi di Usa ed Europa due motivi: il primo, abbastanza ovvio, è che la Russia vincerà il conflitto praticamente in maniera certa.
Come cambierà il mondo se la Russia vincesse la guerra
Il secondo è legato al fatto che lo scacchiere geopolitico mondiale risulterà completamente mutato, sbilanciato e in asse con un nuovo centro di potere mondiale. Sarebbe quello rappresentato dalla minaccia russa permanente.
E la disamina più completa viene proprio da Foreign Affairs. Il paragone di una vittoria della Russia contro l’Ucraina ha un precedente: quello della Siria, dove nel 2015 i russi intervennero e dove l’allora capo della Casa Bianca Barack Obama sperimentò gli effetti di una guerra ibrida con cui Mosca tenne e potenziò un regime amico e fece un passo in avanti nella scacchiera geopolitica mondiale. Ecco cosa scrive FA: “Per la Russia, la vittoria in Ucraina potrebbe assumere varie forme.
Come in Siria, non deve necessariamente risultare in una soluzione sostenibile”.
Il caso Siria ed una Nato molto depotenziata
“Potrebbe comportare l’installazione di un governo compiacente a Kiev o la divisione del paese. In alternativa, la sconfitta dell’esercito ucraino e la negoziazione di una resa dell’Ucraina potrebbero trasformarla effettivamente in uno stato fantoccio”. E a quel punto la Nato perderebbe quel ruolo di garanzia che tiene incollati molti stati agli interessi Usa.
“La sicurezza in Europa dovrà essere ridotta a difendere i membri principali dell’Ue e della Nato. Tutti quelli al di fuori dei due club resteranno soli, con l’eccezione di Finlandia e Svezia. Potrebbe non essere necessariamente una decisione consapevole, quella di porre fine all’allargamento o alle politiche di associazione; ma sarà una politica de facto”.