Nuove regole per le offerte a messa e nei sacramenti: “Da oggi non…”

Questo è  uno dei periodi più importanti per il mondo cristiano, in quanto si sta per celebrare la Santa Pasqua, simbolo di Resurrezione del Nostro Signore.  Al di là  della valenza profonda,  sottesa alle celebrazioni liturgiche di questo periodo, non si possono trascurare altri  importanti passaggi, legati all’andamento delle cose negli edifici religiosi.

Papa Francesco ha approvato un decreto,  che reca la firma del  cardinale prefetto Lazzaro You Heung Sik,  con il quale  Dicastero vaticano per il Clero introduce nuove regole per le offerte legate alle messe con intenzioni particolari e ai sacramenti.

Insomma, anche il mondo ecclesiastico, come noto, ha le sue regole che non possono essere disattese e che, entrano in vigore, in concomitanza con questo periodo molto importante per la cristianità, segnato dalla Resurrezione di Gesù, dopo essere stato tradito e messo alla croce.

La Pasqua, simbolo di rinascita e pace, dunque, segna nuove regole,  delle quali vi parleremo nel corso di questo nostro articolo, illustrandovi, peraltro, i motivi che hanno portato la loro emanazione, tutti molto profondi, peraltro in un momento molto delicato, legato alle precarie condizioni del Pontefice che, di loro, stanno generando molta apprensione. Arginare altre problematiche, dunque, sarebbe già un’ottima cosa.

Papa Francesco  ha dato il suo ok ad  decreto,  secondo il quale il  Dicastero vaticano per il Clero introduce nuove regole per le offerte legate alle messe con intenzioni particolari e ai sacramenti. Il provvedimento entrerà in vigore  proprio Domenica di Pasqua e ha degli obiettivi ben precisi, in particolare quello di eliminare delle prassi che, abusivamente, si sono verificate in alcuni luoghi.

Il decreto precisa che  tutti i  sacramenti, dal battesimo al matrimonio, passando per le prime comunioni, devono essere svolti, senza che i sacerdoti chiedano  nulla di più rispetto a ciò che è  stabilito dall’autorità ecclesiastica competente.

Sono i fedeli, a loro libera discrezione, a stabilire se fare o meno offerte, nel rispetto del principio secondo cui “i più bisognosi non devono mai essere privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà”.  Questo è un passaggio cruciale del nuovo decreto, il quale mette nero su bianco quello che il nostro amatissimo Papa Francesco ha già detto abbondantemente nell’ Evangelii Gaudium.

Le parole dure, forti, commoventi, del Pontefice, sono queste: “La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”. Per quanto concerne le messe richieste con intenzioni particolari, tipo quelle in suffragio di defunti, il Vaticano chiede che non vengano celebrate messe con più intenzioni cumulative, se possibile.

Quando questo non è possibile, ossia in  condizioni di carenza di sacerdoti  se le richieste sono tante, sarà consentito cumulare più offerte in una sola Messa, solo a patto che tutti gli offerenti siano stati informati in modo chiaro e abbiano dato il loro consenso esplicito. E  non  è tutto: il decreto dice no a quell’ elenco di decine di nomi di defunti in una sola celebrazione, con il risultato di rendere eccessivamente lunga  la liturgia e compromettere il senso della messa stessa.

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